«Rischio la mia vita per avere detto la verità su Sana»

La ragazza che per prima ha denunciato in Italia l'omicidio di Sana Cheema è intervenuta ieri a Messi a Fuoco, su Teletutto
La testimonianza a Messi a fuoco
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La voce e il racconto di chi per prima ha denunciato la morte di Sana Cheema. Ha voluto intervenire in diretta tv, ieri sera nel corso della puntata di Messi a Fuoco, su Teletutto, la ragazza pakistana che un mese fa aveva telefonato alla redazione del Giornale di Brescia per dire: «Una mia amica in Pkistan è stata uccisa dal padre perché ha rifiutato il matrimonio combinato». 

Con la voce camuffata e senza farsi riprendere, «perché ho paura, rischio la mia vita» ha ammesso, la ragazza è tornata sulla sua scelta di dire al mondo che Sana non era morta per malore come volevano far credere il padre e il fratello, ora in carcere.

 

 

Nel corso della puntata sono intervenuti un rappresentante della comunità pakistana e in collegamento il blogger Wajahat Abbas Kazmi che e abita a Bergamo, ed una giovane che sta studiando all'estero, ma che è cresciuta a Brescia. Anche lei ha preferito rimanere anonima. «Per tutelare i miei genitori» ha spiegato. «Soffro - ha aggiunto - per quello che possono subire le mie coetanee connazionali».

 

 

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