Rifiuti: Brescia sempre più riciclona, 86 i comuni sopra l’80%

Acquafredda torna in vetta alla classifica con il 92,2%. Crescita in doppia cifra per 9 paesi, la città al 72,2%
Rifiuti indifferenziati (archivio) - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Rifiuti indifferenziati (archivio) - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Brescia si riscopre sempre più riciclona. I comuni dove la raccolta differenziata è oltre l’80% sono saliti a 86, in pratica due paesi bresciani su cinque. Quelli dove invece si è ancora sotto il 65%, l’obiettivo da raggiungere entro il 31 dicembre 2012, come indicato dalla legge del 2006, sono scesi a 28. La media provinciale viaggia attorno al 76%, ben oltre la media nazionale (58%) e regionale (70%).

Gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2019, sono stati pubblicati dalla Provincia di Brescia nelle scorse ore: una scheda Comune per Comune che fotografa la situazione della spazzatura «domestica» prodotta e raccolta lo scorso anno. Questi dati «grezzi», forniti dai Comuni attraverso l’applicato web O.R.SO, saranno ora elaborati dagli uffici provinciali in vista della nuova edizione del Quaderno rifiuti, che sarà pubblicato nei prossimi mesi.

«I dati sono positivi - commenta il vicepresidente del Broletto, con delega all’ambiente, Guido Galperti- si registra una crescita dei comuni dove la differenziata è oltre il 65%. Siamo sempre più dentro l’economia circolare e si fa sempre più strada l’idea del recupero e della circolarità». La Provincia, per altro, ha confermato anche quest’anno il fondo da 100mila euro per «accompagnare» i Comuni nell’introduzione della tariffa puntuale (meno rifiuti si producono, meno si paga). Meccanismo che spinge a differenziare e, in media, tiene più bassa la tariffa.

I dati del 2018 indicavano che erano 170 i comuni bresciani con la differenziata oltre il 65% e 77 quelli oltre l’80%. Le schede con i numeri 2019 vedono crescere il di 7 il primo gruppo e di 9 il secondo. Acquafredda è tornata in testa alla classifica ed è rimasto l’unico paese oltre il 90%, registrando un risultato di poco inferiore a quello del 2018: 92,2% di raccolta differenziata, in flessione dello 0,4%. Vallio Terme, che nel 2018 aveva raggiunto il 93,3%, è invece sceso all’88,8%, slittando al quinto posto.

Sul podio salgono così Cellatica (89,8%, in linea con i risultati di due anni fa) e Longhena dove la differenziata ha fatto un balzo dell’8,7%. In nove Comuni la crescita è stata addirittura a due cifre, quasi sempre per l’introduzione di un nuovo sistema di raccolta, per lo più il porta a porta: crescita boom a Bagolino (+25,7%), così come a Incudibe (+24,1%) e Berzo Inferiore (+21,5%).

Bene anche Lozio (16,3%), anche se il comune camuno resta sotto il 50%. Crescita sostenuta anche a Tignale (+15,6%), Verolanuova (+12,5%), Paisco Loveno (+12,1%), Casto e Pertica Alta. Al contrario le performance peggiori anno su anno si sono registrate a Lodrino (-5,1%) e Vallio Terme (-4,5%).

In termini assolurti, male la Valcamonica, con Corteno Golgi, Cimbergo e Vione che non si schiodano dal 30%. Il capoluogo. La città si attesta al 72,2%, in lieve flessione rispetto al 2018, quando si era raggiunto il 73,1%. Prima dell’introduzione del sistema misto si era fermi al 38%. Diminuisce, anche se di poco, la produzione di rifiuti: 116,2 milioni di chilogrammi nel 2018, 115,6 nel 2019. Un piccolo segnale che si sta lavorando anche sul fronte «prevenzione» della spazzatura prodotta. Crescono però i rifiuti non differenziati (da 30,9 milioni di kg a 31,7) mentre, sul fronte dei materiali riciclati, il «verde» è quello con il peso maggiore (18,5 milioni di kg), seguito da umido (16 milioni di chilogrammi) e da carta e cartone (12,6 milioni di kg).AmbienteIl report provinciale della raccolta differenziata

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