Riciclaggio, migliaia di euro nascosti nel water e negli armadi

I retroscena dell’operazione «Atto Finale» di Gdf Arma e Polizia, che vedono tre accusati nella nostra provincia
Il video diffuso dai carabinieri di Brescia
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«Non abbiamo soldi in casa» avevano detto. E invece gli uomini in divisa hanno trovato 525mila euro. Tra l’abitazione di un venditore d’auto della città di 63 anni, quella di un commercialista 62enne della provincia e infine di uno straniero 50enne di origini indiane. Tutti accusati di riciclaggio «poiché in concorso tra loro quali appartenenti all’associazione finalizzata alla consumazione di reati fiscali di usura, corruzione di pubblici ufficiali, estorsione, associazione aggravata dall’uso del metodo mafioso, compivano operazioni tali da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro» scrivono i pubblici ministeri Roberta Panico e Erica Battaglia, nelle 17 pagine di fermo disposto dopo le perquisizioni avvenute all’alba di lunedì.

In attesa dell'udienza di convalida, i tre sono in carcere perché secondo la procura sussiste il pericolo di fuga. Stando alle indagini avrebbero riciclato il denaro che il gruppo capeggiato dal calabrese Vincenzo Facchineri, esponente di una cosca ’ndranghetista, avrebbe accumulato attraverso fatture false. Nel mirino della magistratura sono finite 13 società ritenute cartiere in base ad alcune caratteristiche considerate «sintomatiche»: «Un’operatività commerciale inesistente o quasi, l’emissione di fatturati di diversi milioni di euro sin dal primo anno di vita e in presenza di una gestione affidata a soggetti di scarsa esperienza professionale, un periodo di attività concentrato in pochi esercizi - due o tre al massimo - ed infine la cessazione dell’attività senza mai aver presentato le previste dichiarazioni annuali ai fini delle imposte dirette e dell'imposta sul valore aggiunto».

A casa dell'indiano Polizia e Guardia di Finanza hanno sequestrato 309mila euro in contanti, oltre a 1200 sterline, 1429 dollari americani e 1105 dollari canadesi. Alla prima richiesta delle forze dell’ordine lo straniero ha spontaneamente consegnato 234mila euro che teneva in un sacco verde dell’immondizia. Il resto del denaro lo aveva nascosto tra giacche, giubbotti e pantaloni negli armadi. Il venditore di auto custodiva invece in casa 101mila euro in contanti. Gli hanno trovato nell’asciugatrice circa 30mila euro, in un sacchetto infilato nel water c’erano invece 30.400 euro. Nel vano di caricamento della macina della macchina del caffè in soggiorno, altri 20mila euro in contanti. In casa, anche nove cellulari dei quali si è rifiutato di dare agli uomini in divisa i codici di sblocco. È invece di 114mila euro il tesoretto sequestrato tra casa e studio al commercialista fermato. I soldi erano in banconote da cento, 50, 20 e dieci euro in un sacchetto dell’immondizia nero «dimenticato» in cantina.

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