Riciclaggio ed arte: assolto il gallerista Agnellini

Era accusato di aver investito 16 milioni di un fallimento in opere poi rivendute
Roberto Agnellini -  © www.giornaledibrescia.it
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Condannato in primo grado a sei anni e al pagamento di 16 milioni di euro alla parte civile, l'altro ieri Roberto Agnellini, noto gallerista bresciano, è stato assolto dalla Corte d’appello di Venezia per non aver commesso il fatto.

Con la sentenza, i giudici d’appello veneziani, hanno anche annullato le statuizioni civili di primo grado e, oltre ad azzerare il suo debito, hanno restituito ad Agnellini, opere d’arte per due milioni e mezzo di euro ancora sotto sequestro.

Il gallerista, difeso dall’avvocato veneziano Antonio Franchini, era accusato di riciclaggio: in particolare di aver sottratto, in concorso con Leonardo Valbusa, 16 milioni di euro al fallimento della Mondialfruit di Montecchia di Crosara (in provincia di Verona) e di averli investiti nell’acquisto di opere d’arte di pregio.

Con quel denaro, secondo la ricostruzione dell’accusa, vennero acquistate opere di Basquiat, Fontana, Warhol e Picasso, poi rivendute. Secondo la procura scaligera il sistema escogitato aveva consentito agli indagati di ripulire denaro del fallimento. Secondo i giudici veneziani non ad Agnellini. «Finalmente - ha detto il suo legale - è stata fatta giustizia».

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