Ricerca, teatro romano, tram: per Brescia il Pnrr vale 1 miliardo

Le nuove risorse accelerano anche sul nuovo carcere e sul Museo di scienze: priorità da ricalibrare
PNRR, 1 MILIARDO PER BRESCIA
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Ci sono i disegni progettuali «fatti e finiti» che vanno a riqualificare pezzi di periferie, i sogni nel cassetto che hanno l’occasione della vita per tradursi in opere concrete e le idee che stancamente - ogni anno - restano «in coda», impigliate nel limbo del salvadanaio pubblico. A tutti loro, che insieme costituiscono l’agenda delle sfide, il 2022 consegna un’opportunità storica: si chiama Pnrr, acronimo di Piano nazionale di ripresa e resilienza, se ne parla da mesi e si stima che a Brescia dirotterà un tesoretto pari a circa un miliardo di euro.

È un puzzle complicatissimo e a tratti ancora in penombra, composto da scadenze precise e da un sistema a matrioska che darà non solo slancio a interventi innovativi, ma che - finanziando progetti per i quali il Comune aveva già appostato risorse proprie - consente anche di liberare milioni di euro contenuti nel portafoglio pubblico e di riderezionarli su nuovi investimenti.

I progetti in fila 

Detta così sembra solo teoria. Ecco l’esempio: per (quasi) tutti i micro interventi urbanistici di quartiere che Brescia ha «candidato» per il Pnrr, arrivano complessivamente circa 16 milioni di euro. Questa cifra, però, la Loggia l’aveva già stanziata all’interno del piano triennale delle opere pubbliche. Succede allora così che, di fatto, quei 16 milioni (vincolati a opere, perché in conto capitale) si liberano. E allora avanti il prossimo (intervento): l’elenco scorre, dando una chance al progetto «in fila». Che - in questo caso e fatta salva l’interlocuzione con il Demanio, proprietario dell’area - potrebbe essere la riqualificazione, finalizzata alla riapertura, del teatro romano. La stessa trama riguarderà molto probabilmente il Museo di Scienze, per il quale quest’anno è prevista la fase di progettazione. Ma a lasciare la loro impronta sulla città saranno anche le opere indirette: un esempio è la cordata di cantieri che l’Alta velocità trascinerà con sé uscendo da Brescia tra strade nuove di zecca, ponti e cavalcavia sistemati, marciapiedi e arredo urbano. Ecco perché si parla di «effetti a cascata».

In altri casi, come per il tram, il Pnrr ha dato un’accelerata preziosa. In questo caso l’effetto è sulle risorse statali: incamerando il tesoretto europeo, Roma ha svincolato gli oltre 360 milioni destinati alla nuova infrastruttura bresciana che dovrà essere progettata definitivamente nell’arco di un anno e mezzo.

Ricostruire disegno per disegno nuove e «vecchie» finanze è un’impresa ancora complessa e prematura. Questo in primis perché le opportunità non sono ancora tutte definite. E, poi, perché i fondi possono arrivare in modo diretto, passando cioè dalle casse statali a quelle degli enti locali, oppure indiretto, ovvero attraverso la Regione, oppure tramite bandi o decreti ministeriali ad hoc, in base agli ambiti: mobilità, ambiente, rigenerazione, sociale.

Gli enti locali dovranno dunque tenere d’occhio le pubblicazioni, i criteri e i parametri e, di volta in volta, alzare la mano e mettersi in gioco per accaparrarsi il maggior numero di finanziamenti. Purché sappiano, in tempi brevi, come spenderli.

Uno dei progetti più rilevanti che sfilerà sul red carpet del Pnrr è quello che vede capofila il Csmt, con l’appoggio di Comune, Provincia e Università: la realizzazione di un grande centro di ricerca in città, un’opera significativa, che farebbe compiere un salto di qualità al capoluogo e che andrebbe a rigenerare un’area dismessa: in pole ci sono gli ex Magazzini generali, ma opzioni papabili sono anche la ex Tempini e la Pietra. Il Pnrr porta nuovo fieno in cascina anche per il carcere: ai 18 milioni iniziali se ne aggiungono circa altri 50 e, in questo 2022, il progetto può essere integrato. A scorrere parallele sarà poi l’agenda di Palazzo Loggia: il rimboschimento lungo la Tangenziale è ai blocchi di partenza, proseguono i lavori in Castello, nascerà il teatro Borsoni, si proseguirà con la bonifica dei parchi, a San Polo l’ex Arici Sega si prepara a rinascere, c’è il lavoro dietro le quinte per Capitale della cultura. Le sfide di questo 2022 sono tante, le aspettative anche e le sorprese, a quanto pare, non mancheranno. Del resto, siamo solo all’inizio.

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