Ricchi perché diversi

Chapeau agli industriali bresciani che, con un atto di coraggio, hanno preso atto che la crescita inclusiva è responsabilità di tutti
L'appuntamento inaugurale del progetto All-In - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
L'appuntamento inaugurale del progetto All-In - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
AA

Chapeau agli industriali bresciani che, con un atto di coraggio, hanno preso atto che la crescita inclusiva è responsabilità di tutti. E lo hanno fatto in un momento storico in cui la retorica anti-immigrazione riempie di parole e di notizie false il dibattito politico, appiattendo il tema dell’accoglienza sul bisogno di sicurezza dei cittadini. Lo hanno fatto, promuovendo «All-In», in collaborazione con i principali attori bresciani, nella consapevolezza che il vero nocciolo del fenomeno è l’inclusione economica, sociale e culturale del migrante. Il resto sono, appunto, chiacchiere. Il resto è narrazione strumentale ad una certa politica che si differenzia dalla realtà dei fatti.

Un atto di coraggio nella consapevolezza che la politica, di per sé, non produce automaticamente l’integrazione dei migranti anche se ha una grande responsabilità nel favorirla o nel comprometterla. Sono altri i fattori che vi concorrono e, tra questi, il sistema economico è ai primi posti. «Ci impegniamo per fare delle diversità una ricchezza» si legge nel manifesto di All-In. Noi crediamo che lo sia già, una ricchezza. Quella che compone una società come la nostra, in cui ciascuno di noi è una persona diversa dalle altre.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia