Resta 16 ore con l’auto bloccata dal Suv nel parcheggio di Piazza Arnaldo

Disavventura per un 27enne, costretto anche a pagare la sosta obbligata nel parcheggio cittadino
L'auto bloccata dal Suv all'Arnaldo Park - © www.giornaledibrescia.it
L'auto bloccata dal Suv all'Arnaldo Park - © www.giornaledibrescia.it
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Sedici ore con l’auto bloccata nel parcheggio di Piazza Arnaldo. Senza che la centrale operativa di Brescia Mobilità abbia potuto risolvere la situazione e con la Polizia Locale che, trattandosi di struttura privata, non ha potuto attivare una rimozione forzata. E alla fine costretto a pagare una sosta che è stato obbligato a protrarre così a lungo.

È una vicenda surreale quella capitata tra giovedì e ieri ad un 27enne di Passirano che, esasperato, ha scritto alla nostra redazione. Brescia Mobilità, da noi contattata, ha garantito che rimborserà il parcheggio all’utente ma ha spiegato anche che «in quel parcheggio non è possibile far entrare un carro attrezzi per le dimensioni della rampa. Serve che ogni utente sia attento altrimenti un altro ne paga le conseguenze». Come è appunto accaduto.

Brutta sorpresa

Christian giovedì sera, attorno alle 20, ha parcheggiato l’auto ad Arnaldo Park e poi è salito in castello per la Festa delle Luci. Quando è tornato, attorno a mezzanotte, ha trovato la sua Ford bloccata da un Suv parcheggiato nella piazzola che faceva angolo ma «talmente lontano dal muro da uscire con la coda e bloccarmi l’uscita». E lì è iniziata la disavventura: «Ho immediatamente chiamato il numero delle emergenze del parcheggio e schiacciato anche il pulsante Sos - racconta Christian - ma l’operatore della centrale mi ha detto che non poteva fare nulla». Il giovane non si è dato per vinto e ha provato con la Polizia Locale. «Sia la centrale che la pattuglia su piazzale Arnaldo hanno spiegato che in una struttura privata non potevano chiedere una rimozione».

Boccone amaro

Per provare comunque a risolvere la situazione gli agenti hanno verificato la targa dell’auto, risultata di proprietà di un noleggio, impossibile dunque a quell’ora capire a chi fosse affidata. Al ragazzo non è rimasto che svegliare i genitori, farsi venire a prendere e ieri mattina farsi accompagnare al lavoro in attesa di tornare, nel pomeriggio, all’autosilo. Con le migliori intenzioni il ragazzo ha spiegato la situazione in cui si è trovato agli addetti del parcheggio ma la risposta è stata la stessa della sera precedente. Almeno il passaggio era libero e, pagando, è potuto uscire. Rientrando a casa resta l’amarezza: «Ho avuto l’impressione che sia mancata la volontà di aiutarci - commenta -. Io sono riuscito a cavarmela ma se fosse capitato a dei turisti, magari stranieri?».

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