Requiem per tre alberi nei giardini di viale Venezia

Paolo Mucciarelli ha trasformato una comune scena urbana in un «quadro vivo»
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Arbreum. Un’«opera effimera». Un «Requiem per tre alberi caduti». La firma è di Paolo Mucciarelli. La data è «primavera 2015». 
 
Sono gli estremi di quella che potrebbe essere definita una «mini-installazione» che compare in città, in viale Venezia, nei giardini all’angolo con via Rebuffone. Luogo in cui sono stati abbattuti tre alberi dal largo fusto accanto al busto di Tullio Bonizzardi, fondatore della Croce Bianca di Brescia. Un’operazione di potatura resasi necessaria in seguito all’abbondante nevicata dello scorso inverno.
 
L’autore ha trasformato la scena urbana in un «quadro vivo», scrivendo il titolo su un blocco di pietra, posizionato a pochi passi dai tronchi mozzati, la cui parte interna è stata spolverata da pennellate d’oro.  
 
«L’idea è nata da una mente che ha ragionato in modo creativo - racconta Mucciarelli, artista bresciano di 65 anni - e ha trasformato un comune scenario urbano in qualcosa di artistico. Di questi tre alberi nessuno si è accorto. I tronchi sono stati abbandonati. Il mio intervento vuole richiamare una sensibilità che definisco sopita, nemmeno più inconscia. L’oro rappresenta la linfa della pianta e della terra».
 
Il gesto d’affetto verso quel che resta delle tre piante si è concretizzato in un «blitz» artistico. Le pennellate d’oro, la posa della pietra, un po’ di musica suonata dal vivo. 
 
«Ho vissuto di arte e di comunicazione per lunghi anni - conclude Mucciarelli -. Adesso mi sento un... asteroide». Un asteroide atterrato, per un gesto estemporaneo, nei giardini di viale Venezia. 
 
Daniele Ardenghi

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