Referendum sull'acqua, come e perché si vota

Il 18 novembre si vota dalle 8 alle 22 per bloccare o meno l'ingresso dei privati, in particolare A2A, nella gestione del servizio idrico
IL REFERENDUM SULL'ACQUA
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Lievita il costo del referendum sull’acqua. La consultazione provinciale del 18 novembre costerà 1,5 milioni di euro, mezzo milione in più di quanto stanziato lo scorso aprile nel bilancio di Palazzo Broletto.

Il solo Comune di Brescia, per esempio, ha stimato di dover spendere 350mila euro. I soldi saranno anticipati dai Comuni ma sarà poi la Provincia a dover coprire tutti i costi. Così il consiglio provinciale, il penultimo con Pier Luigi Mottinelli presidente (l’ultimo si terrà il 29 ottobre), ha approvato una variazione di bilancio che in tutto vale 1,2 milioni di euro di «maggiori spese correnti».

Il 18 novembre, dalle 8 alle 22, i bresciani saranno chiamati alle urne per rispondere al quesito: «Volete voi che il gestore unico del Servizio Idrico Integrato per il territorio provinciale di Brescia rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?». 

Oggi come oggi il gestore unico (Acque Bresciane srl) è totalmente in mano pubblica. Ma nel 2015 la Provincia optò per una gestione mista, indicando la strada per mettere a gara fino al 49% di Acqua Bresciane, così da fare entrare operatori privati (in teoria tutti, in primis A2A, che oggi gestisce il servizio idrico in 95 Comuni bresciani). Il referendum vuole bloccare proprio il possibile ingresso in Acque Bresciane di operatori privati.

Per votare basterà presentarsi al seggio (indicato nella propria tessera elettorale) muniti di un documento d’identità. Gli elettori, anche quelli residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali dei Comuni, potranno partecipare alla votazione per le elezioni suddette presentandosi, con un documento di riconoscimento. Gli elettori affetti da infermità che ne renda impossibile l’allontanamento dall’abitazione possono fare pervenire al sindaco un’espressa dichiarazione attestante la propria volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimorano, corredata della prescritta documentazione sanitaria.

Si tratta di un referendum consultivo, dove non è previsto alcun quorum. Ma visto che la vittoria del sì appare scontata, sarà determinante il «peso» della consultazione, vale a dire quanti elettori si recheranno alle urne. 

Il comitato referendario ha pubblicato una serie di domande e risposte per chiarire come viene gestita attualmente l'acqua e quali saranno le conseguenze del voto di novembre. Cliccando qui potete approfondire ulteriormente l'argomento. 

 

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