Reddito di inclusione: molti lo chiedono, pochi lo ottengono

Il reddito di inclusione è stato concesso solo al 6% delle famiglie che hanno avanzato la richiesta
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Molti lo chiedono, ma pochi lo ottengono. Il reddito di inclusione è stato concesso solo al 6% delle famiglie che hanno avanzato richiesta, 89 sulle 1436 totali.

Dal primo dicembre 2017 al 24 maggio 2018 negli uffici dell'assessorato ai servizi sociali del Comune di Brescia sono dunque poco meno di 1500 le domande pervenute da parte di nuclei famigliari bresciani in difficoltà.

Solo 89, come detto, le richieste accolte, 677 quelle ancora al vaglio dell'Inps, che non ha tuttora preso una decisione, 637 quelle respinte e 33 le decadute, perché nel frattempo sono venuti meno i requisiti previsti dalla norma vigente.

«Le domande respinte - spiegano dagli uffici comunali competenti - sono tali principalmente per l'assenza dei requisiti di reddito».

Il reddito di inclusione viene infatti riconosciuto ai nuclei famigliari che hanno un Isee non superiore ai 6mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non oltre i ventimila. 

È compatibile con un'attività lavorativa, ma non con la percezione della disoccupazione. Per ottenerlo bisogna essere cittadino comunitario o extracomunitario residente in Italia da almeno due anni. La somma massima cui il Rei, il reddito di inclusione, può arrivare è di 187,50 euro al mese per una persona sola e 485 euro per un nucleo di cinque o più persone: è erogato per dodici mensilità e dura al massimo diciotto mesi. Il beneficio è concesso tramite una carta di pagamento elettronica, simile a una prepagata, che può essere usata anche per prelievi. La domanda va presentata agli uffici comunali di competenza. 

Per quanto attiene invece i lunghi tempi di evasione delle pratiche da parte di Inps, la questione sarebbe legata al fatto che il database relativo al Reddito di inclusione è gestito a livello centrale, da Roma, per tutte le richieste caricate sull'intero territorio nazionale.

 

 

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