Rapina all'Aldi di via Triumplina, la Cgil: «Riaprire il tavolo sicurezza»

Il segretario della Cgil di Brescia Francesco Bertoli rilancia la necessità di interventi per tutelare i lavoratori
L'Aldi di via Triumplina - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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«Da tempo sollecitiamo le imprese affinché si adottino tutte le misure necessarie alla prevenzione e protezione di chi lavora, oltre naturalmente ad interventi mirati alla dissuasione di eventi violenti». Rilancia la necessità in interventi per tutelare la sicurezza dei lavoratori contro aggressioni e rapine il segretario della Cgil di Brescia Francesco Bertoli.

Il sindacalista ha spiegato di aver appreso «con sgomento e rabbia, dell’ennesimo episodio criminale accaduto in un noto supermercato di Brescia, che ha causato, all’esito di una rapina, il grave ferimento di un cassiere, aggredito dal rapinatore. L’evento segue di pochi giorni l’aggressione ad una cliente in pieno giorno, presso un altro grande supermercato di Desenzano del Garda, senza dimenticare la scia di eventi che hanno riguardato le lavoratrici e i lavoratori dei locali di ristorazione veloce delle tratte autostradali presenti nella provincia di Brescia». Il riferimento è alla rapina registrata giovedì sera in via Triumplina in cui un malvivente ha colpito alla nuca con il calcio della pistola il cassiere «troppo lento» nel consegnare i soldi.

La Camera del Lavoro per voce del suo segretario spiega di aver «avviato nella primavera dello scorso anno un tavolo presso la Prefettura di Brescia rispetto al problema della sicurezza dei locali di ristorazione veloce presenti nelle tratte autostradali. Riteniamo, oggi come allora, che quel tavolo, con il pieno coinvolgimento della Questura, sia la sede più qualificata nella quale affrontare le diverse questioni che da tempo poniamo come Sindacato a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dei vari comparti».

La Cgil poi rilancia: «Non possiamo esimerci dal denunciare una situazione che negli ultimi mesi va via via sempre più aggravandosi, a danno di lavoratrici e lavoratori» in cui imprese allo scopo «di contenere i costi e trarre profitto dalle condizioni di lavoro, determinano l’isolamento degli addetti all’interno dei locali, alla mercé di disperati e malintenzionati, predisponendo, solo di rado, una vigilanza, comunque insufficiente ad agire da deterrente».

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