Quote rosa? No, quote Raffaella

Un caschetto biondo al posto del fucile, un sorriso a tutta bocca a valere come chiamata alle armi: è così - a mani nude e con la sola imposizione di paillettes, lurex, e ombelico - che Raffaella Carrà ha fatto la rivoluzione e ha combattuto per le donne. Lo ha fatto, ma non lo ha detto: perché forse nemmeno ne era consapevole.
Nulla di studiato a tavolino: in scena, ha messo se stessa, semplicemente ciò che era e aveva respirato in famiglia. Ed è così che è riuscita a essere e a fare ciò che le donne non potevano essere e fare nella vita di tutti i giorni, nientemeno che in prima serata in quella Rai dove fino al giorno prima si erano misurati i centimetri delle gonne e della pelle da poter scoprire. Raffa ha mandato fuorigiri gli schemi rendendosi inattaccabile con una professionalità e serietà maniacali con la personalità di una leonessa: è stata mille cose e tra queste anche bellissima.
Un’estetica valorizzata da abiti e tutine mozzafiato: nonostante ciò, ad arrivare prima della sua bellezza è sempre arrivata la competenza. È stata una leader naturale: e solo chi è leader per davvero sa mettersi in gioco con leggerezza senza temere che qualcuno dubiti su chi sia a tenere il pallino. Mai ridicola: sempre e solo signora ammirata e rispettata anche quando da donna «fatta» danzava in mezzo a schiere di ballerini che oggi definiremmo «toy boy».
Alla Carrà non sono servite le quote rosa per aprirsi la strada: le è bastata essere una... quota Raffa. Lei ce lo ha insegnato: se una donna vuole, può. Sempre. Della serie: ah ah ah ah, a farti valere comincia tu! Grazie, Signora.
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