Quel che resta della Padania

La Padania è sparita dal dibattito pubblico, ma i suoi reperti restano nel territorio
Via Padania, a Castel Mella - Foto © www.giornaledibrescia.it
Via Padania, a Castel Mella - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ci sono oltre venti vie intitolate alla Padania in Lombardia, una di queste si trova a Castel Mella. È una strada che attraversa una zona industriale e commerciale, vicina a una rotatoria e a una statale: perfetta per descrivere il nord produttivo, cementato e motorizzato.

In questi giorni di grandi discussioni sui simboli del passato ho guardato quel cartello stradale come si osseva un reperto. Sono passati solo 24 anni dalla dichiarazione di indipendenza della Padania, ma questa terra letteralmente inventata («L’invenzione della Padania» è il titolo di un libro illuminante di Gilberto Oneto) sembra sepolta un in un passato remoto. Nessuno ne parla più, è sparita dallo statuto della Lega, se raccontassi a un ragazzino che la Padania giocava il mondiale delle nazioni non riconosciute non mi crederebbe.

È probabile che quel cartello resterà lì per sempre, senza che venga imbrattato o gettato nel fiume (inquinato). Pochi ci fanno caso perché il tema non divide più, non scalda. Ma forse anche perché in quella via, anche involontariamente, ci riconosciamo, tra un’officina, un sexy shop, una sala slot, un capannone abbandonato e un grande magazzino. Anche se non è mai stata riconosciuta ufficialmente, la Padania resta pur sempre uno stato mentale.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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