Quel benefattore anonimo che dona il pranzo pasquale a chi è solo

A Botticino, si ripete il generoso gesto per 20 persone in difficoltà, inclusi alcuni profughi ucraini
Il gesto di generosità a Botticino si ripete a ogni festività
Il gesto di generosità a Botticino si ripete a ogni festività
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Il suo gesto sta diventando una sorta di bellissima consuetudine. La sorpresa che esso genera, invece, si fa nuova ogni volta. Anche per questa Santa Pasqua, come già era stato per la precedente e per il Natale 2020 e quello scorso, a Botticino, a una ventina di persone in difficoltà saranno distribuiti pranzi completi dal primo al dolce donati dal «solito» anonimo benefattore. Questi, pare in accordo con il fratello, mosso come sempre dal desiderio di mitigare difficoltà e solitudine, si è rivolto a un’attività del paese (che si occuperà anche di cucinare e distribuire il tutto) domandando alla stessa di farsi portavoce per lui alla Caritas delle tre parrocchie, e di rinnovare la volontà di aiutare i concittadini che ne hanno bisogno.

Stante la situazione attuale, l’ignoto offerente ha anche chiesto di poter raggiungere con il suo gesto alcuni profughi ucraini che sono attualmente ospitati sul territorio: «Secondo quello che ormai è diventato un modus operandi consolidato e una bellissima abitudine - conferma il diacono Pietro Oprandi, referente di Caritas Botticino -, anche questa volta il nostro anonimo benefattore ha voluto farsi vicino alle famiglie che fanno più fatica, e che purtroppo sono sempre più numerose. Si è fidato completamente di noi, che conosciamo le varie situazioni, senza avanzare richieste particolari, come del resto era stato pure per le sue donazioni precedenti, se non quella di destinare alcuni pranzi a persone fuggite dalla guerra e che hanno trovato rifugio e accoglienza a Botticino».

Coloro i quali, domenica, si vedranno recapitare sulle proprie tavole lasagne, coniglio arrosto e una torta artigianale, sono già stati avvisati: «Raggiunti dalla bellissima notizia, due sono stati i sentimenti esternati per la maggiore: tanta incredulità e una profonda gratitudine. C’è stato chi ci ha chiesto se non ci stessimo sbagliando, qualcun altro invece ci ha domandato il perché di tanta generosità, per poi lasciare spazio ai grazie, ripetuti più e più volte».

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