Quarta corsia per l’autostrada A4: prime adesioni dal sistema Brescia
Un ipotetico tavolo di lavoro avrebbe già sei sedie. Oltre al deputato forzista Maurizio Casasco, promotore di un «sistema Brescia» capace di sviluppare la rete infrastrutturale del territorio, parteciperebbero i presidenti di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta, di Confapi Brescia Pierluigi Cordua, della Camera di Commercio di Brescia Roberto Saccone e della Fai di Brescia Sergio Piardi, oltre al presidente della Provincia di Brescia Emanuele Moraschini. Ovvero il mondo industriale, il comparto produttivo, gli autotrasportatori e il Broletto.
Percorso
Il territorio risponde presente all’appello lanciato dal parlamentare non solo per rafforzare la rete delle infrastrutture nostrane, ma anche per traghettare risorse e istanze sulla tela che unisce capoluogo, valli e laghi. Il punto di partenza è sì l’ampliamento della quarta corsia dell’autostrada Brescia-Padova fino al collegamento con la Brebemi, ma il percorso che si vuole intraprendere è ben più lungo.
Ne è consapevole Franco Gussalli Beretta, che spiega: «La centralità dell’A4 nel sistema infrastrutturale del nord Italia è sotto gli occhi di tutti, cosi come lo stato di congestione che caratterizza quotidianamente tale autostrada; è perciò evidente che la proposta lanciata dall’onorevole Casasco per la realizzazione della quarta corsia sulla Brescia-Padova possa rappresentare una spinta nel miglioramento di un’infrastruttura a cui spetta il compito di sostenere, ogni giorno, la locomotiva economica del Paese. Per raggiungere l’obiettivo è però fondamentale che lo sforzo sia di sistema e che siano creati i dovuti raccordi con altre arterie imprescindibili quali la Brebemi, la Corda Molle e il raccordo autostradale della Valtrompia. Viceversa, sarebbe soprattutto il trasporto merci a risentirne, con la creazione di ingorghi e rallentamenti. Come Confindustria Brescia attendiamo quindi fiduciosi i prossimi passi, consapevoli che questa è comunque solo una delle tante sfide sul tema: come Associazione siamo in prima linea, grazie anche agli sforzi del nostro settore Mobilità, Trasporti e Logistica».
Visione
Sulla stessa linea Pierluigi Cordua, che entusiasta risponde: «Tutto ciò che va ad efficientare la viabilità e le infrastrutture del territorio per rendere più agevole il raggiungimento di alcune zone trova il nostro plauso. Nella proposta avanzata compaiono diversi progetti nel cassetto mai adeguatamente sviluppati per migliorare i trasporti e il movimento delle merci. Parteciperemo ad un eventuale tavolo dove non mancheremo di portare le nostre idee e le nostre proposte». Ed è proprio la creazione di una cordata di soggetti territoriali a ricevere i maggiori interessi: «Cogliamo positivamente la necessità di guardare al territorio con una visione complessiva. Sulle infrastrutture negli ultimi anni c’è stato qualche miglioramento, ma è essenziale un disegno più ampio, soprattutto per le imprese bresciane particolarmente volte all’export. Saremo al fianco di un blocco bresciano capace di portare le istanze del territorio alle istituzioni governative».
Chi ha uno sguardo privilegiato sulle infrastrutture viabilistiche sono gli autotrasportatori, che quotidianamente le percorrono. Per questo Sergio Piardi spiega che «non c’è crescita se non ci sono infrastrutture, in questo tipo di società. Brescia è oggi una delle maggiori province non solo del Nord ma di tutta Italia e si merita di avere un fiore all’occhiello per collegare il territorio. Non possiamo aspettare dieci anni, è indispensabile oggi».
Ma affinché l’operazione-Brescia di Casasco vada in porto c’è bisogno della convergenza delle istituzioni. E allora ecco che il progetto incassa il primo «sì» dalla Provincia: «È fondamentale - conclude il presidente Emanuele Moraschini - che ci sia un sistema Brescia a supportare questa iniziativa. Se ci saranno le risorse darò il nulla osta per interventi nelle tratte stradali di competenza della Provincia. Condivido la proposta e sono disponibile a lavorare ad un tavolo per trovare soluzioni condivise e per ricreare quella sinergia da cui nasce la ricchezza del nostro territorio». Ora la palla passa agli altri enti interessati, poi il cartello territoriale potrà prendere forma.
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