Quali sono le auto più iconiche che hanno corso la Mille Miglia

Sono 13 veicoli che per le loro caratteristiche tecniche, e per la loro storia, rimarranno per sempre impresse nella memoria
Foto di un'edizione passata della Mille Miglia - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Foto di un'edizione passata della Mille Miglia - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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C'è il capolavoro, quella della prima vittoria, la piccola, la grande, e quella splendida. C'è anche quella soppressa dal Governo, quella non più prodotta e quella che non vinse mai ma che, come tutte le altre, è stata una protagonista della corsa più bella del mondo. Di auto che hanno preso parte alla Mille Miglia ce ne sono davvero di ogni tipo, genere, cilindrata e colore, ma di queste ce ne sono alcune che dopo novant'anni sono ancora impresse nella memoria.

Abbiamo raccolto un elenco di tredici veicoli che per le loro caratteristiche, e per la loro storia, sono diventate delle leggende del mondo automobilistico e le abbiamo elencate qui sotto accompagnate da qualche caratteristica tecnica, e soprattutto, dai nomi dei loro piloti.

665 «Superba» S.

665 «Superba» S.
665 «Superba» S.

La prima vittoria non si scorda mai ed era con la bresciana OM. Il pilota: Ferdinando Minoia, affiancato da Giuseppe Morandi. Una splendida affermazione coronata dal secondo posto di T. Danieli-Balestrero e dal terzo di M. Danieli-Rosa. Battute allora la favorita Alfa Romeo e la Lancia. Progettata dall’ingegner Ottavio Fuscaldo, aveva un motore a 6 cilindri in linea a valvole laterali inclinate e una carrozzeria torpedo. Poteva superare i 125 chilometri all’ora. Negli anni che seguirono, la Casa produsse i modelli 665 S MM e 665 SS MM.

Lancia Lambda

Lancia Lambda
Lancia Lambda

Questa macchina è considerata da molti il capolavoro di Vincenzo Lancia. Fu presentata al Salone di Parigi del 1922 e ottenne subito un notevole successo. Era dotata di un robusto motore a 4 cilindri a V stretta di 2119 cc e di un’elegante carrozzeria a struttura portante: la prima al mondo. Molto affidabile, aveva una tenuta di strada eccezionale. La casa torinese preparò sei macchine con motore spinto per la prima Mille Miglia. Potevano raggiungere i 125 all’ora. Si fecero onore nella corsa conquistando, dietro le OM, il quarto posto con Strazza-Varallo e il quinto con Pugno-Bergia (in foto).

Alfa Romeo 8C 2300

Alfa Romeo 8C 2300
Alfa Romeo 8C 2300

Seconda vittoria dell’Alfa Romeo 8C 2300 nella Mille Miglia del 1933, con il grande Tazio Nuvolari affiancato da Decimo Compagnoni, dopo quella di Borzacchini l’anno precedente. Il debutto nella corsa era avvenuto senza fortuna nel ’31, poi la macchina aveva vinto la Targa Florio dando inizio a una lunga serie di affermazioni. Varie le versioni prodotte dalla casa milanese. Nuvolari vinse con la Spider Corsa passo corto carrozzata da Zagato. L’Alfa Romeo, rappresentata dalla Scuderia Ferrari, dominò la Mille Miglia del 1933, piazzando dieci macchine ai primi dieci posti.

Fiat 500 A

Fiat 500 A
Fiat 500 A

Piccola, grande protagonista della Mille Miglia. Apparve nel 1936. Ebbe successo e divenne presto molto popolare. Dotata di un motore di 569 cc, conquistò subito un primato mondiale: fu la più piccola automobile prodotta in grande serie. Due le versioni: chiusa e con il tetto apribile. Nel linguaggio corrente divenne presto «la Topolino». Il primo modello, la A, debuttò nella Mille Miglia del 1937. Spotorno-Besana vinsero la classe 750 della categoria «Turismo Nazionale», Dusio-Basadonna la classe 750 della categoria «Sport». La produzione della Topolino continuò con i modelli B e C sino al 1955.

Lancia Aprilia

Lancia Aprilia
Lancia Aprilia

Apparve nel 1936. Dotata di un brillante motore a 4 cilindri a V stretto (cilindrata 1352 cc) e di una carrozzeria autoportante che le permettevano di raggiungere i 125 km/h, piacque subito al pubblico e, nelle corse della categoria «Turismo», ottenne grandi risultati. Debuttò nella Mille Miglia del 1938, dando spettacolo nella classe 1500 cc della categoria «Sport nazionale». Protagoniste eccezionali: la spider Touring di Bellucci, la berlinetta Pinin Farina di Marazza, la spider Zagato di Villoresi, futuro vincitore della Mille Miglia del 1951.

Bmw 328

Bmw 328
Bmw 328

Soppressa dal Governo dopo il tragico incidente accaduto nell'edizione del 1938, quando una Lancia Aprilia uscì di strada a Bologna uccidendo dieci spettatori, la Mille Miglia riapparve nel 1940. Non però sul tradizionale percorso Brescia-Roma e ritorno, ma sul veloce circuito stradale chiuso Brescia-Cremona-Mantova. Si impose la tedesca Bmw che aveva portato a Brescia una squadra formidabile: cinque 328, appositamente preparate; una delle quali (nella foto) fu affidata agli italiani Giovanni Lurani e Franco Cortese. Era un’originale berlinetta aerodinamica che superava i 217 chilometri all'ora.

Alfa Romeo 6 C 2500 SS Corsa

Alfa Romeo 6 C 2500 SS Corsa
Alfa Romeo 6 C 2500 SS Corsa

La Mille Miglia del 1940, corsa sul circuito stradale Brescia-Cremona-Manova poco prima che l’Italia entrasse in guerra, fu animata dal duello tra l’Alfa Romeo e la Bmw. Vinse la Casa tedesca con la velocissima 328 berlinetta Touring di Von Hanstein, fiore all’occhiello di una formidabile squadra, ma l’Alfa Romeo si battè con onore conquistando il secondo posto assoluto. Ottava si classificò questa Alfa Romeo 6 C 2500 SS Corsa berlinetta Touring. Motore: 6 cilindri in linea. Cilindrata 2443 cc. Velocità massima 200 chilometri all’ora. Fu guidata dalla coppia Trossi-Lucchi. Carlo Felice Trossi, ottimo pilota, era arrivato secondo nel 1932.

Porsche 356

Porsche 356
Porsche 356

La prima macchina prodotta dalla casa tedesca nata nel 1948. Potenza, velocità, eleganza. Alcune Porsche presero parte alla Mille Miglia del ’52, classe 1500 cc del Gruppo «Gran Turismo Internazionale». Guidava la spedizione Fritz Huschke Von Hanstein, il vincitore nel 1940. Vinse la 356 ufficiale: una coupé con carrozzeria in alluminio che superava i 160 km/h. Al volante due blasonati: il conte italiano Lurani e il conte tedesco Berkheim. Anche negli anni seguenti la partecipazione della casa tedesca fu significativa. Nel ’53 le 356 dominarono le sottoclassi 1300 cc e 1500 cc Sport di serie della categoria «Sport Internazionale».

Lancia D 20

Lancia D 20
Lancia D 20

Splendida macchina che fu costruita in pochi esemplari, nessuno dei quali purtroppo è rimasto. Apparve nel 1953 e prese parte ad alcune corse, conquistando il terzo posto nella Mille Miglia e la vittoria nella Corsa in salita Palermo-Monte Pellegrino e nella Targa Florio. Coupé carrozzata da Pinin Farina, aveva un motore a 6 cilindri a V di 60°, cilindrata di 2962 cc e poteva raggiungere la velocità di 235 chilometri all’ora. Nella Mille Miglia fu guidata da assi come Biondetti, Bonetto, Maglioli, Taruffi. Il bresciano Bonetto fece una corsa magnifica, battuto solo dalla Ferrari di Giannino Marzotto e dall’Alfa Romeo di Fangio.

Ferrari 340 MM

Ferrari 340 MM
Ferrari 340 MM

Con la Ferrari Giannino Marzotto vinse la Mille Miglia del 1953. La sua seconda Mille Miglia. La Ferrari di Marzotto faceva parte di un lotto di quattro (due carrozzate dalla Touring e due dalla Vignale). Spider Vignale aveva un motore a 12 cilindri e, quando fu data a Marzotto, aveva già corso nel Giro di Sicilia e vinto con Villoresi. Prima della Mille Miglia Marzotto aveva preso accordi con l’Alfa Romeo, per correre con una delle sue macchine, ma la cosa non era andata in porto. Poi si era rivolto alla Lancia, ma senza successo. Finalmente Enzo Ferrari lo aveva accontentato. Così la macchina ex Villoresi corse con Marzotto.

Alfa Romeo 6C 3000 CM

Alfa Romeo 6C 3000 CM
Alfa Romeo 6C 3000 CM

Queste macchine non vinsero la Mille Miglia del 1953, ma furono grandi protagoniste della corsa. La casa milanese, che aveva costruito l’anno prima il famoso «Disco volante», portò a Brescia tre 6C 3000 CM guidate da assi come l’argentino Fangio, il tedesco Kling e Sanesi. Dotate di un’originale carrozzeria a coupé rastremato, esse non presentavano più i fianchi caratteristici del «Disco volante», ma ne conservavano la sostanza. Potevano raggiungere i 250 km/h. Tutte accusarono noie meccaniche. Anche quella di Fangio che però, guidata magistralmente, si piazzò al secondo posto assoluto, dietro alla Ferrari di Marzotto.

Ferrari 250 MM

Ferrari 250 MM
Ferrari 250 MM

Nella Mille Miglia del 1953 corse anche Paolo Marzotto, fratello di Giannino, al volante di una Ferrari 250 MM: una berlinetta, carrozzata da Pinin Farina, con un motore a 12 cilindri a V di 2953,2 cc. Paolo non fu fortunato. Partito bene, a Rubiera fu vittima di un incidente che lo costrinse al ritiro. La macchina si incendiò. Paolo cercò di spegnere le fiamme inutilmente. Risultato: macchina distrutta. In quella Mille Miglia corse con una 250 MM anche il regista Roberto Rossellini, amico di Enzo Ferrari, accompagnato da un operatore. Il regista giunse a Roma, dove lo aspettava la moglie, l’attrice Ingrid Bergman, e si ritirò.

Fiat 600

Fiat 600
Fiat 600

La produzione della gloriosa «Topolino» della Fiat che aveva visto la dittatura, la guerra e il ritorno alla democrazia, ebbe fine nel 1955. Quell’anno la casa torinese sfornò la 600, l’utilitaria a 4 posti che avrebbe motorizzato l’Italia; divenuta presto uno dei simboli del boom economico. Motore posteriore a 4 cilindri in linea. Cilindrata 633 cc. Velocità massima 95 all’ora. Con la 600 la Fiat riuscirà a produrre più di mille macchine al giorno. Appena nata, la 600 prese parte alla Mille Miglia. Nell’edizione del 1955 partirono più di cinquecento macchine e la 600 di Soldaini-Giannotti si piazzò al 210° posto.

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