Puzza e veleni nel regno dei rifiuti abbandonati

Qualcuno l’ha ribattezzata la microbomba ecologica. Altri più semplicemente la definiscono una discarica a cielo aperto:
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Qualcuno l’ha ribattezzata la microbomba ecologica. Altri più semplicemente la definiscono una discarica a cielo aperto. Fatto sta che il capannone abbandonato in via Brescia, a Manerbio, è diventato un «cimitero» abusivo di rifiuti e scorie, si spera però con le ore contate. Da un po’ di tempo oramai, il sito posto alla biforcazione fra la 45 bis e la tangenzialina che conduce verso il centro abitato costituisce luogo privilegiato per gli abusivi. L’area sorge sulle ceneri del Bengodi, un locale che ha costituito una delle tappe fisse della movida notturna degli anni Novanta.

L’intero lotto, due capannoni abbandonati e fatiscenti, dopo il fallimento della società proprietaria è ora in mano al giudice dell’Istituto vendite giudiziarie. Al suo interno e nel cortile c’è di tutto: latte di vernice industriali semivuote si mescolano a cumuli di copertoni, lamiere, materiale di risulta, scarti edili ed enormi gabbie di ferro che mal contengono casse di plastica strabordanti di liquami.

Dalla montagna informe di rifiuti si levano miasmi fetidi e un tanfo insopportabile che si avverte a decine e decine di metri di distanza, soprattutto in questa stagione estiva in cui il picchiare del sole fa levare ancora di più l’aria malsana.

Nella parte esterna del capannone invece sono stati ammassati frigoriferi industriali fuori uso, lamiere, mattonelle e materiale di scarto da edilizia, copertoni e bancali di legno che giacciono ammucchiati insieme a barattoli contenenti materiali infiammabili. Insomma una isola ecologica non certo in regola con le norme igienico-sanitarie, nemmeno edificante dal punto di vista estetico.

La preoccupazione è che all’interno delle taniche siano contenute sostanze nocive derivanti da fluidi chimici, così come le lastre fibrocemento potrebbero contenere amianto. In realtà le ispezioni dei tecnici degli uffici comunali competenti hanno escluso tale natura.

Intanto un primo passo è stato compiuto. Il Comune ha provveduto a mettere in sicurezza l’edificio inibendo l’accesso, con una recinzione. Nel frattempo ha sporto denuncia sia contro ignoti per danni al patrimonio.

Umberto Scotuzzi

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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