Punti acqua, quale futuro? Ora la parola va ai sindaci

Futuro dei Punti acqua e tariffe del servizio idrico, la parola va ai sindaci bresciani. È fissata nel pomeriggio la conferenza dei 205 Comuni dell’Ato (l’Ambito territoriale omogeneo provinciale) e all’ordine del giorno c’è il parere sulle tariffe che - in base ai criteri indicati da Arera, l’autorità nazionale energia ambiente - verranno applicate per il servizio idrico nella nostra provincia fino al 2023. Si tratta di un passaggio obbligato: il parere dei sindaci va registrato prima del recepimento del piano tariffe in Consiglio provinciale e di una definitiva vidimazione da parte di Arera stessa. Piano tariffe che è stato disegnato anche per sostenere gli oltre 400 milioni di investimenti che Ato ha messo in campo per dare soluzione alle annose infrazioni contestateci dall’Europa.
Secondo argomento all’ordine del giorno è il futuro dei Punti acqua (attualmente sono 127 in 114 Comuni). Dopo oltre 10 anni - il primo fu inaugurato nel 2007 - la rete richiede una riflessione. L’obiettivo originario era fornire un servizio in grado di promuovere tra i cittadini il consumo dell’acqua di acquedotto. Obiettivo raggiunto, con l’erogazione gratuita del corrispettivo di oltre venti milioni di bottiglie. Il servizio fino ad oggi è costato complessivamente 8 milioni di euro, coperti attraverso le bollette di tutto il territorio bresciano, quindi anche di quegli utenti nel cui Comune il Punto acqua non è nemmeno presente.
Di qui la sollecitazione dell’Ato: «Abbiamo scritto ai Comuni convenzionati - spiega il direttore Marco Zemello - prospettando due possibili soluzioni. Nella prima il Comune lascia l’erogazione completamente gratuita, ma si accolla la metà delle spese (quindi 2.750 euro sui 5.500 che sono il costo annuo di ogni punto). Nella seconda il Comune decide di affidare la gestione dell’erogatore a un operatore, e quindi l’utente paga per l’acqua prelevata. In quest’ottica, perché si trovi un punto di equilibrio economico a fronte di spese e costi di manutenzione, si può pensare di applicare un prezzo di 6 centesimi a litro». Circa un quarto di un’acqua economica al supermercato. «Sul tema - sottolinea Zemello - non abbiamo ancora preso alcuna decisione né verrà messa in votazione alcuna delibera. Ma ci sembrava utile e corretto raccogliere le valutazioni e le proposte dei sindaci». Finora, sui 114 Comuni contattati da Ato, in 42 hanno espresso un parere. Ma tutti e 205 potranno farlo domani in assemblea.
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