Province: stop al riordino, serve nuova riforma

Molgora soddisfatto della bocciatura del ridisegno delle province da parte della Consulta: "Serve una riforma organica".
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La riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia e il loro riordino, che ne prevede la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione, non sono materie da disciplinare con decreto legge: lo ha deciso la Consulta, accogliendo le questioni di legittimità costituzionale sollevate da diverse Regioni. Esulta l’Unione delle Province italiane: la sentenza della Consulta, dice il presidente dell’Upi Antonio Saitta «ristabilisce il valore della Costituzione: non si fanno le riforme istituzionali per decreto».

Secondo i giudici costituzionali, infatti, «il decreto legge, destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio».

Soddisfatto del pronunciamento della Consulta anche il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, secondo il quale nell'arco delle autonomie  «il Comune sono le fondamenta, la Regione il tetto e la Provincia le pareti». Per Molgora «abolire o togliere funzioni alle Province non serve ad abbassare la spesa: chi svolgerebbe poi i loro compiti?». Piuttosto va rivisto tutto il sistema: «Le Province vanno riordinate nel numero e nelle funzioni, ma la riforma riguarda anche le Regioni più piccole».

Il presidente della Provincia si schiera in difesa delle autonomie locali e territoriali e annuncia che l'anno prossimo sarà in campo per tentare il bis. L'ente, comunque, affronterà dei tagli interni. I consiglieri passeranno da 36 a 14, mentre la giunta avrà 5 membri, presidente compreso, invece degli attuali 12.

 

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