Province, il Governo prepara l'abolizione dal 2013

Si torna a parlare di abolizione delle Province: un emendamento del Governo prevede lo scioglimento dei Consigli il 31 marzo 2013.
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Province, si va verso lo scioglimento. I consigli provinciali decadranno entro il 31 marzo 2013 e le sei province che avrebbero dovuto rinnovare i propri organi in primavera (Vicenza, Ancona, Ragusa, Como, Belluno, Genova e La Spezia) sono commissariati. Lo stabilisce un emendamento del Governo alla manovra presentato alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. L’emendamento rinvia dal prossimo 30 aprile al 31 dicembre 2012 l’emanazione di una legge di applicazione della manovra, che trasforma le province in Enti di secondo livello.
Lo scioglimento definitivo di tutti i Consigli avverrà il 31 marzo del 2013. E qui interviene una norma transitoria che interessa le sei province in scadenza la prossima primavera: in attesa della legge attuativa saranno commissariate. Sono invece escluse da tutte le norme le province autonome di Trento e Bolzano.

La decisione del Governo ha provocato la dura reazione del presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, il quale chiama in causa Napolitano: «Il Presidente della Repubblica intervenga a difesa della Costituzione e della democrazia - ha detto Castiglione -. I mandati elettivi delle Province non possono essere sospesi o commissariati, e che un Governo tecnico reintroduca norme che già sono state palesemente considerate incostituzionali e per questo cancellate è inaudito». Per il presidente dell’Unione delle Province italiane, inoltre, la mossa del Governo Monti non avrebbe le basi legislative: «L’articolo 5 che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali, e non le può certo sopprimere per decreto, mentre l’articolo 114 stabilisce che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato e che gli Enti locali sono autonomi secondo i principi fissati dalla Costituzione».

Nel frattempo, si torna a calcolare il beneficio economico dell’eventuale abolizione delle Province. Secondo la Cgia di Mestre il risparmio sarebbe di appena 510 milioni di euro l’anno. Il calcolo è stato effettuato immaginando che le competenze oggi in capo alle Province e i relativi di costi di gestione e del personale vengano poi spalmati su Regioni e Comuni. Il costo delle Province italiane attualmente supera i 13 miliardi di euro. L’eventuale loro soppressione, secondo la Cgia, garantirebbe un risparmio del 3,9% della spesa totale.
 

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