Protocollo aria, «la montagna ha partorito un topolino»

Pareri discordi sull'utilità del protocollo siglato da Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte
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«La montagna ha partorito il classico topolino». La battuta è di Carmine Trecroci, presidente di Legambiente Brescia, ma il giudizio di associazioni e amministrazione cittadina sul protocollo d’intesa firmato venerdì a Bologna tra quattro regioni del Nord (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte) con il ministero dell’Ambiente sulla qualità dell’aria, è pressoché unanime: si tratterebbe cioè di un accordo importante perché sovraregionale, ma con misure poco coraggiose e decisamente insufficienti.

Le valutazioni sull’accordo sono state espresse sabato mattina nel corso dell’incontro promosso dal comitato e gruppo consiliare «Al lavoro con Brescia» e intitolato «In che aria siamo?», calendarizzato da tempo nell’auditorium del Museo di Scienze naturali di via Ozanam.

Su tutti, il più fiducioso è sembrato l’assessore all’Ambiente del Comune, Gigi Fondra, che preferisce guardare «alla cornice» entro cui sono state assunte determinate decisioni. «Era un provvedimento atteso che va nella direzione da noi sempre sostenuta - ha spiegato Fondra - e cioè che il tema dell’aria va affrontato in termini di bacino».

Molto deluso, invece, il collega di Giunta, Federico Manzoni, assessore alla Mobilità che individua due aspetti «deboli» dell’accordo: «Uno riguarda i limiti di velocità in autostrada che è stata una delle azioni su cui a livello bresciano ci eravamo battuti perché potesse essere individuata come misura da mettere in campo, non citata però tra quelle da adottare. La seconda - ha continuato Manzoni - è il blocco dei diesel euro 3 nella stagione invernale e nelle occasioni di supero, rinviata al 2018. Chiederemo a Regione Lombardia di anticipare gli effetti di questa misura».

Stesso giudizio da parte di Legambiente che individua però due aspetti positivi del protocollo siglato venerdì.

«Anzitutto - ha affermato Trecroci - il fatto che si sia riconosciuta la necessità di procedere su base sovraregionale con interventi coordinati. Altrettanto positivo applicare i blocchi dopo soli 4 giorni di supero dei limiti di Pm10, procedendo su più fronti. Peccato però che siano impegni non vincolanti e che lo stanziamento sia solo di 16 milioni di euro, soldi che non bastano».

Se le azioni della politica sono importanti, contano anche quelli di ognuno di noi. Dal convegno di ieri un consiglio ai cittadini: adottare comportamenti ecosostenibili, «anche se la bici non ci piace, pensiamo al futuro dei nostri figli e nipoti e cominciamo a pedalare».

 

 

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