«Protesta musulmana a Brescia»: nascita di una fake news

Come un corteo religioso in via Cremona, a Brescia, è stato fatto passare per una violenta manifestazione estremista
La foto usata per l'articolo sulla finta manifestazione di protesta musulmana a Brescia
La foto usata per l'articolo sulla finta manifestazione di protesta musulmana a Brescia
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Un corteo religioso in via Cremona, a Brescia, viene spacciato online come una protesta musulmana con addirittura auto distrutte e negozi danneggiati. E la finta notizia diventa occasione per scatenare l'odio sui social, senza alcun controllo e con un'escalation che dà l'idea precisa di come si costruisce una fake news a scopi politici, come ricostruito su Medium da Fabrizio Martire, uno dei fondatori e Ceo di Gummy Industries.

Partiamo da domenica 10 novembre, quando in città un folto gruppo di persone di fede musulmana, tra cui numerosi pakistani, ma non solo, sfila per celebrare la nascita di Maometto (Mawlid al-Nabi). Una ricorrenza festeggiata ogni anno in questo periodo anche a Brescia, dove risiede ormai da tempo una numerosa comunità musulmana (nel 2016, seconda una statistica del Comune di Brescia erano 2.097 persone).

Due giorni dopo, alle 19.45, l'esponente leghista di Giarre, Sicilia, Giovanni Barbagallo, pubblica il video del corteo in un post con scritto: «BRESCIA - SFILATA ISLAMICA AL GRIDO DI "ALLAH AKBAR"!! Senza parole...». Islamica è un termine diverso da musulmano. Non è riferito soltanto all'Islam religioso, ma anche alle sue manifestazioni politiche, sociale e culturali, spiega la Treccani. E viene usato nel caso di Barbagallo con una chiara accezione negativa, che fa risuonare nelle orecchie il terrorismo islamico. «Allah Akbar» non è un grido di guerra, significa «Allah è grande», ma anche in questo caso il riferimento agli attentati è evidente. Sfilata, per restare sull'uso della lingua, è diverso da corteo religioso.

 

Qual è l'obiettivo? Leggere i commenti, che al momento superano abbondantemente le quattromila unità, con 3.900 like e undicimila condivisioni, aiuta: «Questo è solo l'inizio, quello che la sinistra ha in mente è molto molto altro»; «Ma perché le autorità permettono questo ???? Lo facessimo noi nelle loro città cosa ci capiterebbe ??"; "Chi le ha dato il permesso noi al loro paese avessimo sfilato ci avrebbero uccisi». E ancora: «Dai che tra poco le donne di sinistra metteranno il burca e si faranno mutilare e cucire la passera». Oppure: «Ma perche il popolo la gente di fronte a queste provocazioni non scende per la strada...si debbono bloccare..dobbiamo fargli vedere che gli italiani vegliano..invece subire cosi..si accetta la nostra morte il.nostro destino di morire decapitati...ma perchee!! Reagire gente non aver paura inizia una persona ne.seguiranno altri...reagiree».

Poco dopo, alle 21.16, l'eurodeputata pisana della Lega Susanna Ceccardi pubblica lo stesso video accompagnato da questa frase: «In via Cremona a Brescia residenti allibiti e traffico bloccato per lasciar spazio alla sfilata islamica. Guardare per credere...». Le reazioni? «A poco a poco ci stanno conquistando tutte le città.....è la realtà....troviamo il modo di far cadere questo governo il più presto possibile...e mandare subito Salvini.....ogni giorno che passa è un giorno perso verso la nostra auto-distruzione». Non solo: «Lo hanno gia' fatto tempo fa a Bologna. Dimostrano che hanno conquistato quella terra e la rabbia e' che noi italioti la paghiamo questa invasione con i diritti che gli concediamo. E' la giusta conseguenza per un paese mal governato...e noi qui a scrivere. Rabbia. P.s. ma sara' una coincidenza che questi sfilano dopo un attentato contro i nostri ragazzi in missione? Ancora piu' rabbia". E infine: "Ci mancava... tra un po' sono io la straniera nel mio paese».

 

Il capolavoro, si fa per dire, di incitamento all'odio avviene il 13 novembre. Il blog Italianaverita.it pubblica un pezzo intitolato «PROTESTA MUSULMANA A BRESCIA: ECCO IL VIDEO». Come foto di accompagnamento, mostra volti di stranieri urlanti, con la barba lunga e fasce verdi sulla testa. È un'immagine che mette paura. Chi conosce Brescia sa che non è stata scattata in via Cremona, ma l'accostamento con il filmato rafforza il messaggio deviato. Come del resto l'articolo sottostante: "Doveva essere una "PROTESTA PACIFICA" ma è diventata ben altro. Atti vandalici e minacce - sono stati distrutte 6 macchine e danneggiati 11 negozi», si legge. Anche se in questo caso non ci sono immagini a supporto. 

E ancora: 
«COSA CHIEDONO? 
- Sostituire la carne attuale in vendita nei supermercati con quella HALAL (carne macellata secondo il rito religioso musulmano)
- Più moschee
- Cittadinanza Italiana
- Più soldi come reddito di cittadinanza per loro
Questi sono le quattro richieste fondamentali, ma ci sono altre richieste che sono talmente sconce che per etica professionale evitiamo di citare».

Quale sia la fonte non si sa. Noi che facciamo cronaca di questa città da anni non abbiamo sentito né visto nulla di simile. 

 

L'articolo apparso sul blog Italianaverita.it
L'articolo apparso sul blog Italianaverita.it

 

Ma questo «modello» di fake news ci dice anche altro: a parte il riferimento all'etica professionale, l'altra cosa interessante è il fatto che il video non sia pubblicato direttamente su Italianaverita.it, ma su YouTube, incorporato all'interno dell'articolo. Come ha scritto l’esperto di comunicazione digitale Matteo Flora in uno studio pubblicato nei giorni scorsi e intitolato Dove si forma l’Opinione Pubblica?, la piattaforma per la pubblicazione di video è «la prima fonte informativa condivisa dai seguaci dei politici italiani su Twitter». Scrive sempre Flora: «Il solo sito YouTube, con oltre 1.600.000 condivisioni, rappresenta da solo per volumi una dimensione pari alla somma dei primi 5 siti di informazione italiani condivisi».

Quello delle fake news è un discorso che spesso può apparire astratto, ma questo esempio è concreto e mostra i meccanismi piuttosto semplici di fomentazione dell'odio. Non solo in rete, ovviamente, ma anche nella vita reale. In cui i filtri ideologici usati per trasfigurare un corteo religioso finiscono inevitabilmente per avere un grande peso. A maggior ragione ora che il video è diventato virale e continua a vivere di vita propria su profili privati e gruppi pubblici. La domanda, in questo momento, è: chiarire che si tratta di una montatura serve a qualcosa? Non lo sappiamo. Certo è che deontologicamente non possiamo farne a meno.

 

 

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