Processo vietato ai giornalisti: «Udienza pubblica è valore»

Il consiglio della Camera penale di Brescia contro la decisione di estromettere i giornalisti dall'aula
Niente toghe. Ieri e oggi
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«Il Consiglio direttivo della Camera Penale di Brescia intende manifestare la propria preoccupazione e ribadire la necessità del rispetto delle regole e dei diritti costituzionalmente garantiti e posti a tutela di un giusto processo coerente con la società democratica di cui è espressione». Così gli avvocati di Brescia intervengono sulla scelta del giudice Roberto Spanò, che ieri durante il processo per presunti maltrattamenti all'interno della comunità Shalom di Palazzolo, ha fatto uscire dall'aula la stampa, lasciando il resto del pubblico, durante la deposizione di suor Rosalina Ravasio, responsabile della comunità e imputata. «C'era un patto con la suora che ha spiegato sarebbe venuta in aula solo senza i giornalisti» ha detto il presidente del collegio.  

«Il diritto di manifestazione del pensiero, di cronaca e l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge - scrive il consiglio della Camera penale di Brescia - sono garanzie fondamentali proprie di ogni Paese civile e non possono essere limitate se non nei casi previsti dalla legge. La pubblicità dell'udienza è un valore e un riconoscimento di democrazia, attraverso il controllo che ogni cittadino può svolgere sull'esercizio della giurisdizione, ed è dotato della massima tutela processuale, al punto che l'art. 471 cod. proc. pen. stabilisce che l'udienza è pubblica a pena di nullità e che solo coloro che ne turbano il regolare svolgimento possono essere esclusi dall'aula, non certo i giornalisti».

Il Consiglio direttivo della Camera Penale di Brescia conclude la nota spiegando:  «Condividendo l'impegno di tutti gli aderenti all'Unione delle Camere Penali, da sempre in prima linea nel contrastare la deriva del "processo mediatico" lesivo della dignità delle persone deliberatamente esposte alla pubblica gogna, con la stessa forza intende difendere il diritto libertà di pensiero e di cronaca da indebite compressioni».

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