Premio Palla al piede, il carcere come ispirazione

Un Premio letterario per gli studenti delle Scuole superiori lanciato da Act per sensibilizzare su detenzione e recupero sociale
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«Palla al piede»: questo il titolo del Premio letterario promosso dall'Associazione carcere e territorio. Scelto per l'ambivalenza del messaggio. Da una parte il concetto esprime tutto il peso di una situazione difficile, che tiene prigioniero e impedisce la libertà di movimento. Dall'altra parte, la stessa frase può anche avere una lettura positiva: lo spirito ludico, l'opportunità di giocarsi in proprio l'occasione, di essere protagonista della partita.
«Palla al piede» rilancia un'esperienza già messa in campo l'anno scorso, che ha suscitato interesse e simpatia. E che quindi meritava di essere valorizzata. La sfida viene lanciata agli studenti delle scuole superiori bresciane: scrivere un testo - racconto, poesia, saggio... ognuno scelga il genere che più gli piace - purché contenga la parola «carcere». E ognuno giochi con la fantasia o con il pensiero.

Le ragioni del concorso ce le spiega il presidente dell'Act, il prof. Carlo Alberto Romano: «L'Associazione Carcere e Territorio Onlus di Brescia ha deciso, ormai da tempo, di dare maggior rilievo alle attività svolte dal gruppo che si occupa della sensibilizzazione dei giovani alle problematiche della detenzione, uno di questi modi avviene attraverso il premio letterario che, quest'anno, si trova alla sua seconda edizione. Nella prima edizione diverse sono state le scuole superiori bresciane partecipanti, non trascurabile il numero degli allievi che vi hanno preso parte, decisamente apprezzabili i lavori svolti. Da questa prima edizione è nata per Act la necessità, il desiderio di proporre una seconda edizione che, speriamo, dia sempre maggiori frutti e coinvolga sempre più studenti».

All'operazione ha dato il suo patrocinio anche l'Ust XI di Brescia, l'Ufficio scolastico provinciale, con l'assenso della prof. Maria Rosa Raimondi. Il bando ed i moduli di partecipazione verranno distribuiti nei prossimi giorni in tutte le scuole superiori della nostra provincia. Gli elaborati dovranno essere consegnanti entro il 6 aprile. Saranno valutati da una Giuria presieduta dal prof. Romano e composta da insegnanti, giornalisti, esperti e volontari. Accanto alle opere scelte dalla giuria, un premio speciale sarà riservato al lavoro maggiormente votato in web: per questo sarà allestita una pagina sul sito www.giornaledibrescia.it. I lavori scelti saranno premiati l'11 maggio. E un'ampia scelta delle opere sarà pubblicata dal Giornale di Brescia.

Il premio rientra tra le iniziative della ricorrenza dei 15 anni di fondazione dell'Act. È nata nel 1997 per iniziativa di Giancarlo Zappa, già presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia, che andando in pensione ha voluto dare continuità all'impegno di un'intera vita. Alla sua morte il testimone è passato al vicepresidente Carlo Alberto Romano. L'obiettivo principale era ed è la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle problematiche carcerarie: «Noi continuiamo nel nostro lavoro sui temi del recupero e del reinserimento dei detenuti. Siamo infatti convinti che il senso attuale della pena non debba più essere legato alle sole logiche meramente retributive, affidando al solo carcere un obiettivo rieducativo che si è dimostrato ben difficile da perseguire. Oggi dare un senso alla pena significa ri-attriburle un significato funzionale di sistema, esorcizzando la paura di riconoscere la necessarietà della funzione retributiva ma al contempo attribunedole una utilità sociale, dispiegabile attraverso il coinvolgimento della comunità esterna e le risorse territoriali». Recuperare la persona che ha sbagliato è nell'interesse dell'intera collettività. Ma non è facile diffondere questo messaggio, abbattendo pregiudizi e comodi luoghi comuni. Il coinvolgimento dei giovani, a partire dalla scuola, sta dando qualche risultato - spiegano i volontari di Act - ed il premio letterario potrebbe essere una buona occasione da cogliere.

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