Premio della brescianità a Bazoli, Giordani e Medici
L’Ateneo di Brescia ha conferito a Giovanni Bazoli, Giovanna Giordani e Francesco Medici il «Premio della brescianità Santi Faustino e Giovita». Una tradizione che si rinnova e con cui l’Accademia onora i concittadini «di origine e di elezione che attraverso il lavoro, le iniziative e le opere, hanno dato lustro alla città».
Nel giorno in cui Brescia celebra i santi patroni, nella sede storica dell’Accademia in via Tosio, le autorità civili, militari e religiose, hanno partecipato ad una breve cerimonia, introdotta dal presidente dell’Ateneo Sergio Onger che ha ripercorso la storia del premio, ideato nel 1977 dal sindaco Bruno Boni e da Giuseppe Inselvini. Il segretario del premio, Massimo Tedeschi, ha quindi tracciato le linee biografiche di Bazoli, Giordani e Medici, che entrano a far parte della galleria del Premio della Brescianità, aggiungendosi alle 86 personalità che già formano l’Albo d’oro.
«Uomo di diritto, di finanza, di cultura, Giovanni Bazoli (nato a Brescia nel 1932) è stato artefice della maggiore banca nazionale, protagonista della vita economica e civile italiana, ma non ha mai rinunciato alle sue radici bresciane.
Giovanna Giordani, 74 anni, si è distinta in particolare come «esponente del volontariato sociale, fondatrice di molte cooperative dedite all’assistenza ai tossicodipendenti, ai malati di Aids, malati, anziani e poveri».
Scultore, finissimo incisore, orafo e medaglista, Francesco Medici nato a Ome nel 1924, ha voluto dedicare il premio a tutti i bresciani che all’estero hanno fatto grande il nome di Brescia.
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