Premio Bulloni: Enrica Danesi, sulle Ande per dare futuro ai più poveri

La maestra d’asilo originaria di Corte Franca da 30 anni è volontaria dell’Operazione Mato Grosso e da un ventennio vive in Ecuador
Enrica Danesi vincitrice del Premio Cuore Amico - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Enrica Danesi vincitrice del Premio Cuore Amico - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Enrica Danesi ha 53 anni e da quasi 30 fa parte dell’Operazione Mato Grosso. Originaria di Corte Franca, è una maestra d’asilo e da un ventennio vive in Ecuador, nella provincia del Cotopaxi, dove ha aperto una scuola bottega femminile di sartoria e ricamo. «Enrica è una persona che, con semplicità e umiltà, si è messa al servizio di una popolazione bisognosa di tutto per aiutarla a soddisfare i bisogni primari» dice di lei chi l’ha proposta per il premio Cuore Amico.

Nel 1998 è partita per la sua prima missione sulle Ande, dove gestiva gli asili parrocchiali avviati dai volontari del movimento. Poi per 14 anni ha diretto a Chinalò una scuola superiore per maestre d’asilo. Nel 2016 è approdata ad Angamarca, nella comunità di Shuyo, in una zona povera e isolata posta a 2.900 metri. Qui ha aperto un collegio con convitto dove le ragazze più povere e con situazioni familiari difficili vengono accolte e, al termine del percorso di studi, conseguono un titolo di studio che permetterà loro di avere un futuro meno incerto ed evitare di andare ad ingrossare le fila delle periferie degradate delle grandi città.

«Sono molto contenta ma anche un po’ stupita per essere stata proposta e selezionata per ricevere questo grande premio» racconta Enrica che, dopo tre anni in missione, dallo scorso agosto è tornata a casa nel Bresciano per il tradizionale periodo di stacco dopo una lunga permanenza sulle Ande. «Il 31 dicembre riparto per l’Ecuador, dove mi fermerò per altri tre anni - afferma -: come Mato Grosso preferiamo rimanere per un periodo abbastanza lungo, invece dei classici due o tre mesi, nelle zone dove operiamo, in modo da dare continuità ai progetti avviati tramite la presenza sul posto di persona».

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