Premio Bulloni: Audiofonetica, è l’inclusione la via maestra

L’istituzione, fondata nel 1856, è un modello per la didattica rivolta ai piccoli con disabilità uditiva
La Scuola Audiofonetica guarda al futuro dei giovani
La Scuola Audiofonetica guarda al futuro dei giovani
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Il Premio intitolato a Pietro, Piergiuseppe e Piercarlo Beretta quest’anno è un riconoscimento all’inclusione. A quella attenzione, a quella cura per i bambini che hanno più difficoltà di altri, a quella didattica differenziata che la Scuola Audiofonetica di Mompiano offre ai suoi 590 alunni, dai più piccoli del nido fino ai ragazzini che frequentano la secondaria di primo grado. Tra loro 64 sono sordi, mentre 24 soffrono di altre disabilità.

Nella storia

Un’istituzione nata nel 1856 e che si è evoluta nel tempo sino a divenire punto di riferimento e d’eccellenza, modello di integrazione delle disabilità, non più solo uditive. Dal 2013 la gestione della Scuola Audifonetica è stata assunta dalla Fondazione bresciana per l’educazione Mons. Giuseppe Cavalleri, ente che è stato costituito dalle Madri Canossiane insieme alla Diocesi di Brescia, all’Opera per l’educazione cristiana e alla Cooperativa Foppa, con lo scopo primario della promozione culturale e morale della gioventù, da perseguirsi mediante attività che manifestino la passione e la tradizione educativa propria della Chiesa Cattolica.

«La nostra è una scuola paritaria pubblica - spiega la direttrice Anna Paterlini - che offre una didattica differenziata che dai bambini sordi è stata poi estesa a tutti, tanto che oggi solo il 15% dei nostri alunni ha disabilità». Oltre alle lezioni in aula, l’Audiofonetica con i suoi numerosi docenti offre molte attività e laboratori integrati (musicale, cognitivistico-operazionale, tridimensionale), gruppi di lavoro per l’inclusione, incontri di formazione. Non solo. «Grazie a una convenzione con l’ospedale Civile, tutte le settimane un’audiologa, un’audiometrista e cinque logopediste visitano i piccoli che hanno difficoltà uditive - continua la direttrice nell’illustrare le peculiarità della scuola -. Qui ci proponiamo di promuovere lo sviluppo integrale e armonico della personalità degli alunni, sordi e non», grazie a scelte educative che salvaguardino il bene di ciascuno con la progettazione e l’attuazione di una specifica strategia educativo-didattica.

Robot in aula

Da alcuni anni poi, la Scuola Audiofonetica di Mompiano collabora con il Centro Studi sulla Disabilità e Marginalità dell’Università Cattolica, e anche con l’Università degli Studi di Bergamo. In quest’ambito va inserita la sperimentazione che partirà a gennaio quando entreranno in aula anche due robot, che potranno essere utilizzati in una vasta gamma di progetti. Ogni percorso didattico ed educativo viene poi valutato e condiviso con le famiglie e con tutti gli operatori, sia interni sia esterni alla scuola. «Sono felicissima e molto orgogliosa di questo premio - conclude Anna Paterlini -. Sono contenta per tutte le persone che lavorano con me, che con me condividono questa grande passione e svolgono il proprio lavoro con grande dedizione. E poi sono felice per tutti i nostri bambini, che fanno parte di questa bella comunità che siamo riusciti a creare, anche con le famiglie. Useremo i fondi del premio per nuovi progetti inclusivi».

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