Poste, riaprono gli uffici di Pilzone di Iseo e di Carcina

Il timore era che potessero rimanere fuori servizio definitivamente, visto che negli ultimi anni la politica di Poste Italiane non ha privilegiato la sussistenza degli uffici piccoli o periferici. Invece un po’ a sorpresa, visto anche il momento economicamente non brillante, dopo undici mesi di chiusura gli uffici di Pilzone d’Iseo e Carcina di Villa Carcina tornano ad aprire al pubblico.
La novità. Le saracinesche si rialzeranno domani mattina, lunedì 18 gennaio, per la gioia di molti nonni (ma non solo) che senza il loro punto di riferimento per pagare le bollette e compiere piccoli investimenti erano disorientati e lo ricordavano continuamente. La notizia si aggiunge all’allungamento del servizio - dai giorni alterni alla settimana intera - per le poste di Tignale e Collio. Molti i lati positivi della novità. Innanzitutto le previsioni si fanno più rosee anche per gli altri due uffici che condividevano le medesima sorte, vale a dire Erbanno di Darfo Boario e Rezzato uno, chiusi dallo scorso febbraio e per ora senza buone notizie. E poi il ritorno degli uffici postali è un passo verso il miglioramento della qualità della vita dei residenti, che in alcune piccole realtà, e proprio Pilzone ne è un esempio, mancano anche di servizi basilari come il bancomat, cosa che costringe chi ha bisogno di avere in tasca qualche banconota a salire in macchina e recarsi nel più vicino capoluogo.
Le richieste. A contribuire alla riapertura degli uffici è stata anche la partecipazione della gente, che ha coinvolto sindaci e prefettura, e nel piccolo centro sebino la scorsa estate ha avviato una petizione firmata da più di mille persone. Il problema delle chiusure è legata secondo i sindacati postali alla «carenza di personale». «A Brescia e provincia mancano almeno 90-100 impiegati – spiega il segretario di Slp Cisl Brescia, Celso Marsili -. È questo il motivo principale delle difficoltà nel gestire la rete degli sportelli. Per Rezzato uno ed Erbanno credo che le prospettive siano buone, anche perché Rezzato è stato recentemente declassato da tre a due impiegati, e se le intenzioni fossero state la chiusura non si sarebbe perso tempo a modificarne l’operatività».
«Solo tra i nostri iscritti negli ultimi due anni sono stati pensionati 150 impiegati» ricorda il segretario di Slc Cgil Laura Storti . «La situazione è stressante ma le assunzioni vanno a rilento. Per ora ci si è limitati ad aumentare gli uffici che è possibile tenere aperti anche con un solo operatore».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
