Possiamo riscrivere la nostra storia

Non tutte le relazioni violente seguono lo stesso modello di predestinazione
Una scena tratta dalla serie Netflix Maid
Una scena tratta dalla serie Netflix Maid
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Dopo aver raccolto i suoi cocci rotti Marta ha caricato in macchina i bambini e poche altre carabattole. Ha lasciato tutto, se n’è andata senza voltarsi dalla casa dove aveva vissuto per sette anni. Mentre preme sull’acceleratore pensa che il giorno del suo matrimonio aveva piovuto e si era consolata pensando: «sposa bagnata, sposa fortunata». Così non è stato, adesso vuole ricominciare da zero.

La strada davanti è lunga come il distacco che vuole mettere fra lei e quell’uomo che le era sembrato dolce come una tarte tatin e l’aveva conquistata con la sua forte personalità. Forse non era neppure cambiato, aveva solo rivelato una natura ostile che tendeva più a demolire con le parole che a costruire un futuro comune. La sua aggressività era emersa già durante il viaggio di nozze e aveva tramutato il miele in fiele.

Gli attacchi di immotivata gelosia lo prendevano all’improvviso e, come accade ai malati di epilessia, non li sapeva controllare. Quando era nervoso si spogliava dei panni di marito per indossare quelli di padre padrone, anche i bambini assistevano alle continue discussioni dai toni intimidatori. Da quella quotidiana sudditanza lei si sottraeva solo per recarsi al lavoro, del resto era dedita alla casa e ai figli della cui educazione e cura veniva regolarmente criticata.

Lui trovava sempre un motivo per farla sentire inadeguata; bastava una pieghina sul polso della camicia o della polvere sulla libreria per accusarla di essere incapace di tutto. Neanche i genitori sapevano che Marta di notte piangeva. Quando i sogni precipitano e la propria favola diventa in incubo è difficile confessare che il principe si è trasformato in un rospo. Questa vicenda è sovrapponibile a quella di tante donne attraversate dalla violenza psicologica che non lascia lividi evidenti ma distrugge la fiducia interiore. I protagonisti di queste storie familiari non sono sempre padri, madri e bambini, ci sono anche fidanzati, zii, nonni o amici aggrovigliati dentro normalità contorte e sentimenti d’amore malinteso.

Andandosene Marta ha scelto di salvarsi da sola e in questo ricorda Alex, la madre single protagonista di «Maid», la serie televisiva americana che sta spopolando. La prendo come esempio perché anche un film può trasmettere un messaggio di speranza. Non tutte le relazioni violente seguono lo stesso modello di predestinazione, esiste sempre la possibilità di riscrivere la propria storia e costruirsi una vita migliore.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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