Porte aperte per i tesori bresciani: oltre 11mila si sono messi in coda

Successo di pubblico per le Giornate del Fai, da Brescia alla provincia è stato un tutto esaurito
  • Visitatori a Palazzo Colleoni
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    Visitatori a Palazzo Colleoni
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Stregati, sedotti, ammaliati: così si sono definiti gli oltre 11mila visitatori che, tra la città e la provincia, hanno trascorso qualche ora del weekend alla scoperta dei tesori bresciani grazie alle Giornate Fai d’autunno. Un successo quasi inaspettato, visto che gran parte dei beni, seppur non aperti al pubblico durante l’anno, lo sono stati, almeno una volta, nel recente passato.

Successo

Non c’è luogo che non abbia conquistato il cuore di chi ha scelto di condividere la giornata domenicale di ieri con la bellezza. Merito dei tanti e ricchissimi tesori che Brescia può offrire, ma merito anche della passione dei narratori Fai che, preparati come sempre, sanno anche offrire quel po’ di pathos che tanto piace ai visitatori moderni. «Perché non è solo ciò che vedo - ci ha detto un turista arrivato appositamente in città da Milano - ma è come viene raccontato che mi fa emozionare». E poi le guide Fai riescono sempre a cogliere dettagli e curiosità che difficilmente, in altre occasioni, si possono condividere. La cartina di tornasole del successo è sempre la medesima: le code che si sono formate nel pomeriggio in quasi tutti posti. Nonostante l’ottima organizzazione e il gran darsi da fare dei volontari, l’afflusso è stato così intenso che, in alcuni momenti, le attese si sono un pizzico prolungate.

Ciceroni

Così come sabato, anche ieri il bene più gettonato è stato il palazzo della Congrega della Carità apostolica in via Mazzini. Ma, guardando i numeri, tutti i cinque monumenti cittadini hanno avuto più o meno gli stessi visitatori, con poche decine di differenza l’uno dall’altro; sintomo della qualità dei beni offerti alla visita. Pur essendo chiuso in pausa pranzo, palazzo Martinengo Cesaresco dell’Aquilone, sede dell’istituto Arici, ha retto la concorrenza. E, anche in questo caso, a fare la differenza sono state sì le meraviglie architettoniche, ma soprattutto gli apprendisti ciceroni, ovvero gli studenti dell’Arici stesso che, con padronanza di linguaggio e spigliatezza, si sono passati l’uno con l’altro i gruppi di visitatori, in una staffetta del bello che non ha pari. «Sembra che lo facciano da una vita - è il commento di un bresciano doc reduce della visita guidata - e poi dicono che i giovani non sanno appassionarsi: invito tutti a venire qui per capire con quanta competenza e attaccamento questi giovani parlano della loro scuola».

  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
    Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
    Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
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  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
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  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
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  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
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  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
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  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
    Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
    Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
  • Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica
    Porte aperte al palazzo della Congrega della Carità apostolica

Non solo il centro storico di Brescia è stato conquistato (visitabili ieri anche l’ex convento di San Faustino, sede dell’UniBs, e palazzo Colleoni alla Pace) ma anche la periferia, con la casa del pittore Vittorio Trainini a Mompiano, «fascinosa dentro e fuori, con quegli arredi d’inizio Novecento ancora perfettamente conservati», per dirla come ci ha riferito un avventore di Castel Goffredo. Complice il bel tempo, è stato un tripudio anche per i beni Fai in provincia: sul Sebino ha spopolato, e non poteva essere diversamente, la motonave Capitanio, attraccata al porto di Predore, mentre sul Garda la chicca di Villa Isabella, oggi hotel Laurin, ha stregato proprio tutti, dal primo all’ultimo visitatore. In Valcamonica la bellezza del lago Moro è stata impareggiabile con i punti cardinali del Fai, ovvero il percorso Timo Bortolotti-Ettore Gianferrari, il santuario di San Silvestro, la passeggiata nel borgo di Angolo Terme tra palazzi e fontane in pietra e infine l’estrema particolarità dell’azienda agricola Scraleca, a picco sullo specchio d’acqua.

Turisti

«La risposta di queste Giornata Fai d’autunno è stata ottima - commenta Simona Caridi, capogruppo delegazione Fai Brescia - e anche le iscrizioni e donazioni, che sono il nostro principale mezzo di finanziamento, sono andate molto bene. Siamo orgogliosi che molta gente sia arrivata da fuori provincia e che molti di questi siano degli affezionati: ci sono visitatori legati a Brescia proprio grazie al Fai, che ci scelgono ogni volta per la grande offerta che la nostra città sa garantire. Quest’anno abbiamo conquistato anche i turisti che erano in città per vedere altro. A livello lombardo siamo stati secondi solo a Milano ed è un risultato eccezionale».  

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