Porta Cremona, il dinamismo di un rione «formato famiglia»

Tanti anziani, ma arrivano anche nuovi residenti Scarseggiano gli svaghi ma il centro è a due passi
Viabilità. Da nord a sud la ex corsia Lam è tornata alle automobili
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È il più popoloso dei quartieri cittadini, a dispetto della superficie ridotta. E uno tra quelli in cui è più alta la percentuale di stranieri: uno su quattro abitanti, soprattutto dal Nordafrica e dall’Est Europa. Ma lungo via Cremona e poi, oltre il passaggio a livello, in via della Volta fino al curvone dell’Esselunga, il quartiere stretto tra via San Zeno e viale Duca degli Abruzzi offre tutta la sua tranquilla vivacità.

Accanto ai negozi storici (la Bottoneria, l’abbigliamento di Minidelta, le calzature di Ferrandi e Astor, la pizzeria La Conchiglia, il design di Agrodolce), bar e pasticcerie superano di gran lunga i tre locali etnici della via (una kebabberia, un ristorante giapponese e una rosticceria cinese). La Sforneria ha dieci dipendenti e lavora 365 giorni l’anno: da quando il Centro San Clemente si è trasferito di fronte, conferma il titolare Mauro Rossoni, «studenti» di ogni età affollano il locale a tutte le ore.

Tre farmacie in zona, tre edicole, altrettanti supermarket a poca distanza, e ben quattro agenzie immobiliari, segno di una vivace compravendita. «C’è parecchio ricambio - conferma Martina Boni dell’agenzia Toscano -, sia tra gli italiani che tra gli stranieri. I vecchi proprietari vendono, a comprare sono famiglie e singoli, tra i 35 e i 55 anni. Il quartiere offre tutti i servizi, e i prezzi sono sotto la media».

Ritorno a casa. Un quartiere perfetto per le famiglie, quindi? «Sono nata qui, ho vissuto a Milano per qualche anno, ma quando è nato il mio bimbo sono tornata "a casa", un po’ per avere vicino i miei genitori, un po’ perché qui si vive bene» conferma Elisabetta Mastrini, in braccio il piccolo di 16 mesi. La metropoli non le manca: «troppo traffico».

Quanto agli svaghi serali, «si arriva in centro in un attimo». In linea con la media cittadina, oltre il 46%dei residenti ha più di 65 anni. «La mia impressione è però che negli ultimi anni ci sia stato un ricambio. Vedo più giovani, e anche meno stranieri - commenta Massimo Simini di Astor Calzature, in via Zanelli da 40 anni -. Problemi? Chiederei più controlli, soprattutto la sera e nelle strade interne. Un tempo c’erano i poliziotti di quartiere, ora non più...».

Sicurezza. Il tema divide, e non solo quando si parla di scippi o furti in appartamenti, che pure si registrano, anche se non troppo di frequente. C’è chi lamenta (ma chiede l’anonimato) la presenza di «stranieri ubriachi, soprattutto la sera: comprano alcol al supermercato e vanno a consumarlo ai giardini. Mia sorella è stata aggredita mentre usciva dal lavoro».

E chi dichiara invece di non aver mai avuto problemi, come Irene Torsello, studentessa di 23 anni: «Stranieri, italiani... il problema non è la nazionalità ma le persone. Il quartiere è tranquillo, perfetto per famiglie e bambini». Stranieri, del Nordafrica e dell’Est, sono però coloro che due volte al mese fanno la fila per ricevere i pacchi di alimenti distribuiti dalla Caritas di Santa Maria della Vittoria. «Seguiamo un centinaio di famiglie, tutte del quartiere - spiegano i volontari, una trentina, quasi tutti pensionati -. Qualche anno fa erano di più, ora qualcuno se n’è andato, e chi resta, anche se lavora, non ce la fa a pagare l’affitto, le bollette, le medicine... L’impegno è oneroso, fortunatamente abbiamo in parrocchia due benefattori che ci danno un grande sostegno. Per Pasqua faremo una raccolta fondi, chiediamo a tutti di darci una mano».

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