Pompiano, l'evaso racconta la fuga da Lecco
«Non avevamo un piano. È accaduto tutto in pochi minuti. Abbiamo approfittato di un momento favorevole e siamo riusciti a superare i muri del carcere ed a scappare». Il giovane egiziano era allo stremo, martedì, poco prima delle 15, quando i carabinieri di Orzinuovi lo hanno preso davanti alla pizzeria della sorella.
«Sono io l’evaso. Ho fatto una cazzata» ha detto ai militari. Lui era allo stremo delle forze dopo tre giorni passati alla macchia, a piedi, con la strada maestra indicata dai binari della linea ferroviaria, dopo la rocambolesca fuga di domenica mattina dal carcere di Lecco in compagnia di Nicodemo Romeo, il 26enne calabrese di casa a Villa Carcina che stava scontando una condanna per droga con fine pena nel 2019. Il suo nome è tra gli indagati per l’omicidio di Maurizio Cirillo, il giovane imprenditore assassinato a Lumezzane nel dicembre 2008.
Amr Ali El Fadly, di 29 anni, grazie alla propria complessione fisica - è un gigante di circa 2 metri d’altezza - ha fatto da trampolino al compagno d’evasione. Con il quale dice di aver trascorso solo la notte successiva alla fuga sulle colline di Lecco. Il mattino a seguire si sono separati a Calolziocorte. «Non so nuotare - ha riferito ai carabinieri l’egiziano, detenuto per aver rapinato il telefonino ad un connazionale, fine pena febbraio 2012 - e quando lui si è gettato nel fiume (l’Adda, ndr.) non ho potuto seguirlo».
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