Polpette avvelenate, in Maddalena è moria di cani

Nei giorni scorsi ritrovati ben 10 animali senza vita. Per i veterinari qualcuno ha distribuito delle esche «ripiene» di veleno.
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Il sospetto fortissimo è che si tratti di avvelenamento. Vittime almeno 10 poveri cani da caccia che nei giorni scorsi sono stati trovati senza vita sulle pendici della Maddalena.
Immaginare che ci sia qualcuno che anziché godersi una passeggiata in montagna cinicamente «si diverta» a seminare polpette cariche di veleno lascia sgomenti.

Ma vediamo i fatti. Tutto inizia domenica mattina con i primi ritrovamenti appunto sulle pendici del monte Maddalena, precisamente nella zona di Botticino in località «Trinale» e dei «Darnei». «Stavo passeggiando con il mio cane - racconta Giovanni Bertazzoli, medico veterinario - quando ho incontrato un signore che mi ha raccomandato di tenerlo al guinzaglio, perché aveva appena visto, più a valle, un cane morto e altri due in preda a convulsioni. Così mi sono recato subito nel luogo indicato». Ma ormai non c'era già più nulla da fare per i poveri animali che sono deceduti poco dopo l'arrivo di Bertazzoli. Il veterinario, recuperata la sua attrezzatura, grazie al microchip è riuscito solo a risalire all'identità del proprietario.

Quest'ultimo si era recato sul monte Maddalena, attorno alle 6, con due amici e i cani al seguito, 8 dei quali sarebbero morti di lì a un paio d'ore. Una vera e propria strage per i poveri animali, vittime con tutta probabilità della follia umana. «Visto il tipo di lesione e la reazione post mortem - spiega il veterinario Pierfabio Franzoni, che ha seguito uno degli animali - il sospetto forte è che i cani siano stati avvelenati». Per questo, oltre ad aver presentato regolare denuncia, entrambi i medici hanno avviato, in aggiunta agli esami autoptici, le analisi necessarie alla ricerca di sostanze tossiche. È possibile che nella zona qualche malintenzionato abbia disperso delle esche contenenti almeno 3-4 tipi di veleno. Entro una decina di giorni l'istituto zooprofilattico, che sta seguendo il caso, fornirà le risposte. Per il momento meglio fare attenzione.

Nadia Lonati

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