Politiche 2022, Unione popolare: «Noi unici oppositori delle destre e della pseudosinistra»

«Giù le armi e su i salari»: per i candidati bresciani del partito di De Magistris le priorità sono salario minimo e orario di lavoro
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I CANDIDATI DI UNIONE POPOLARE
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«Giù le armi e su i salari»: con quello che vuole diventare uno slogan, si può sintetizzare l’anima di Unione popolare, il partito fondato dall’ex magistrato e sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che mercoledì, con la presentazione partenopea, ha dato le mosse anche agli incontri sul territorio nazionale in vista delle elezioni del 25 settembre. I candidati parlano della loro come della «sola forza politica che in questo momento si contrappone alle destre, al centrosinistra, alle finzioni dell’ultimo minuto». La priorità è la pace subito, al centro del programma i diritti, l’ambiente e il lavoro: tra i candidati ex sindacalisti, sindaci, consiglieri comunali e di quartiere in città.

Laura Alghisi è la prima cittadina di Verolavecchia: «Dobbiamo arrivare a una trasformazione che sia davvero importante sulla gestione dei servizi pubblici, partendo dall’acqua, a gestione pubblica, fino ad arrivare ai metodi di appalto delle opere che permettano alle aziende del territorio di lavorare, senza la corsa al subappalto». Ma nella Pubblica amministrazione sarà fondamentale la transizione digitale: «Con l’età media dei dipendenti tra i cinquanta e i sessanta anni - continua Alghisi -, è impossibile chiedere loro di aggiornarsi in età avanzata: bisognerà quindi mettere mano alle pensioni e assumere i giovani».

Stipendi e suolo

Dario Filippini è un ex sindacalista: «Primo obiettivo è il salario minimo. Alzare gli stipendi è l’unica soluzione per cambiare le cose. Poi bisognerà combattere l’evasione fiscale e l’evasione contributiva, soprattutto nel sistema delle cooperative. Non ci appassiona l’abbassamento delle tasse, o operazioni come la Flat Tax: certo va messa mano alla questione tasse, ma prima il salario minimo e poi la diminuzione dell’orario di lavoro. Non sono le imprese che costruiscono il lavoro, ma il lavoro che costruisce le imprese».

Giovanna Giacopini consigliera del CdQ Sanpolino in città, ha posto il focus sull’ambiente: «Basta col consumo di suolo: non significa solo case e capannoni, ma anche infrastrutture. Non costruiamo quello che non serve: la priorità è il pianeta e al pianeta è legata la nostra sopravvivenza. Tanti di coloro che si spendono parole per l’ambiente sono stati al governo, e per l’ambiente non hanno fatto niente. E basta anche agli allevamenti intensivi: a Brescia ci sono più maiali che abitanti, e siamo i primi in Italia».

Mario Folli è assessore del Comune di Bovezzo e Marsilio Gatti è consigliere a Villa Carcina: dal supporto al Presidio per il fiume Chiese in piazza Paolo VI, sono passati a parlare della loro Valtrompia: «Da noi muoiono le persone di cancro a causa dell’inquinamento tre volte in più rispetto ad altre zone del Bresciano. Quelli nell’autostrada della Valtrompia sono soldi buttati: un prolungamento della metropolitana avrebbe tolto traffico e abbassato del 40 per cento il livello delle polveri sottili - dichiara Gatti -. I bambini nascono già con l’asma e diverse allergie».

«A pagare sempre gli stessi»

Marco Trementini è ingegnere civile ed è stato consigliere comunale a Bagnolo Mella: «Dal 2008 si passa continuamente da una crisi all’altra, accomunate da diverse cose: chi le paga sono sempre gli stessi e chi le governa sono il sistema produttivo ed economico. Dobbiamo ridiscutere il sistema socio produttivo. Siamo solo noi a parlare di nazionalizzazione della produzione delle energie: gli altri parlano di modelli senza futuro come il nucleare, mentre noi crediamo solo nelle rinnovabili».

Dino Greco ha chiuso riassumendo i punti principali: «L’impegno è tipico della sinistra vera, come quella che rappresentiamo. I voltagabbana che stanno in Parlamento oggi lanciano slogan pieni di vuoto. La pseudo sinistra guidata dal Pd ci ha portato al lavoro schiavista della modernità, a sei milioni di persone sotto la soglia della povertà, a due milioni e mezzo di poveri relativi che percepiscono la metà della media dei salari. I governi di centrodestra e centrosinistra hanno saccheggiato il lavoro, e oggi sono divisi solo da un foglio di carta velina: ci prendono in giro dicendo che siamo dei Robin Hood e facciamo retorica, ma loro sono gli sceriffi di Nottingham, che rubano ai poveri per dare ai ricchi. Noi vogliamo dare speranza a questo mondo capovolto. Il nostro Paese è in guerra: il rischio è che il conflitto si combatta con armi nucleari, come quelle che sono a Ghedi, quindi anche noi saremo bersagli. Up combatte la battaglia contro la guerra».

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