Pochi fedeli, alla Mandolossa chiude la «chiesa di latta»

I pochi frequentatori della parrocchia preferiscono recarsi alla Madonna del Rosario piuttosto che alla Santa Maria della Strada
La «chiesa di latta» della Mandolossa - Foto © www.giornaledibrescia.it
La «chiesa di latta» della Mandolossa - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La decisione sta maturando in queste ore, ma la scelta sembra ormai orientata verso la chiusura. Si tratta della chiesa Santa Maria della Strada, alla Mandolossa, più nota forse come la «chiesa di latta», perché realizzata in un prefabbricato che fu utilizzato non solo dagli operai che costruirono l’autostrada A4, ma anche nel quartiere Sant’Anna da dove poi venne spostato per essere collocato in via Roncadelle.

La scelta cadde lì perché si voleva evitare che le persone residenti nella piccola frazione ai confini più occidentali della città dovessero attraversare la pericolosa statale. «La questione è molto complessa, più di quanto ci si possa immaginare - afferma il parroco della Badia, don Gianpietro Girelli -. Alla Mandolossa sono rimaste pochissime persone e poche venivano a messa. Ora che hanno fatto l’attraversamento pedonale della statale, per le messe possono raggiungere la vicina chiesa Madonna del Rosario alla Badia, e c’è anche il pulmino. Ma la situazione non è facile, e non è solo un problema di numero di fedeli, ma anche di interventi che si dovrebbero fare a quell’edificio per poterlo utilizzare in sicurezza».

E con un certo decoro, perché non dobbiamo dimenticare che «l’eucarestia ha una sua dignità». Va sottolineato che la piccola chiesa, cui in passato si erano dedicati artisti come Candida Gottardi, è una «succursale, non una parrocchiale» e che in futuro potrebbe essere utilizzata per altri scopi.

Per il momento nello spazio antistante l’edificio si sta lavorando per realizzare un parcheggio che durante la settimana - come da accordi intercorsi anni fa - può essere utilizzato dalla vicina ditta, mentre nei festivi sarà lasciato libero. Ma non è solo una questione di strutture e di edifici da riqualificare. Il problema è ancora più complesso perché va a coinvolgere un discorso più ampio sulla mancanza di sacerdoti («Tra 15 anni io penso che le parrocchie della zona ovest di Brescia potranno contare su un solo parroco» afferma don Girelli), sulla mancanza di giovani e sul calo drastico delle nascite rispetto agli anni scorsi.

«La situazione sta cambiando radicalmente dal punto di vista sociologico». «Ma - spiega don Girelli - alla Badia si stanno facendo tante cose belle. Abbiamo rifatto il piazzale della parrocchiale, il tetto della chiesa e dell’asilo. Abbiamo anche due progetti nuovi: per l’oratorio del Violino e per quello della Badia. I lavori dovrebbero partire il mese prossimo».

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