Pm10, è deciso: da ottobre a marzo stop anche ai diesel Euro 3

Si estendono le misure del Protocollo d’emergenza Regione, bando da 6 milioni per sostituire i veicoli
OTTOBRE: STOP DIESEL EURO3
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Poco più di un mese ci separa dall’avvio della stagione in cui il Pria, il Piano della qualità dell’aria della Lombardia, impone limiti alla circolazione dei veicoli più inquinanti. E sul tavolo della giunta di Attilio Fontana si delineano le strategie per combattere l’inquinamento e uscire dalle procedure di infrazione attualmente aperte.

«Il tutto però senza penalizzare i cittadini» è stata l’indicazione data all’assessore all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, dal nuovo Governatore. Tanto che la giunta ha messo allo studio un nuovo modo per gestire i blocchi del traffico, basato sul reale utilizzo delle vetture e non solo sulla loro classificazione in base alle emissioni in atmosfera. In ogni caso, comunque, da ottobre ci sarà lo stop ai veicoli Euro 3 diesel: la decisione è stata presa il 30 luglio nel corso dell’ultimo Tavolo Aria.

«Si tratterà di organizzarsi per estendere i blocchi invernali al traffico veicolare anche a questa categoria di autovetture» è stato il commento dell’assessore Cattaneo. Dunque dal 1 ottobre al 31 marzo i diesel Euro 3 «privati» non potranno circolare dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, qualunque sia la situazione dell’aria. Intanto sono tre i settori su cui la Regione ha deciso di intervenire perché ritenuti responsabili della maggior parte dell’inquinamento: il riscaldamento domestico, che genera oltre il 45% di PM10 primario e la maggior parte del benzoapirene; le attività agricole e zootecniche; il traffico veicolare (in particolare il diesel, con oltre il 50% di ossidi di azoto e il 25% di PM10).

Per quanto riguarda i veicoli, Regione Lombardia ha predisposto un bando da 6 milioni di euro per il rinnovo o la trasformazione dei veicoli (incentivi alla rottamazione/sostituzione, rimodulazione della tassa automobilistica, sgravi fiscali).

«Il miglioramento della qualità dell’aria è una delle nostre priorità - spiega Attilio Fontana - e dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione senza però stravolgere la vita dei cittadini. Ci attiveremo per ottenere dall’Ue ulteriori stanziamenti così da incrementare gli incentivi. Da questo punto di vista è fondamentale che la Commissione Ue, riconoscendo la specificità orogeografica del bacino padano, individui differenti criteri di valutazione per la Lombardia e, in generale, per le aree dell’intero bacino. Non si può però nascondere che abbiamo già fatto grandi passi avanti nella lotta all’inquinamento atmosferico, grazie anche agli incentivi messi in campo negli anni per la sostituzione dei veicoli più inquinanti e degli impianti di riscaldamento più obsoleti».

«In questi mesi - ha precisato Cattaneo - abbiamo lavorato per mettere in campo misure che non pesassero sulla vita dei lombardi come ulteriori divieti o, ancor peggio, come ulteriori esborsi che i cittadini devono sostenere. La nostra consapevolezza è che bisogna lavorare per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria. Il nostro obiettivo è agire sulla consapevolezza che ci sono ancora passi da fare e che ciascuno di noi può fare opportunamente la sua parte. Vogliamo aiutare i cittadini ad imboccare un percorso virtuoso, liberamente scelto». Per quanto riguarda il riscaldamento domestico con la sostituzione di impianti obsoleti si potrà attingere alle risorse del Conto termico nazionale (500 milioni per i privati e200 per il pubblico). In agricoltura si dovrà provvedere all’ammodernamento delle macchine e delle attrezzature con incentivi per la redditività e sostenibilità delle aziende agricole con risorse comunitarie che derivano dal programma di sviluppo rurale.

 

 

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