Piega "made in China", ma «non c'è concorrenza»

Attratti dal low cost i bresciani sperimentano, ma i parrucchieri nostrani non temono rivalità.
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Costano meno della metà, sono veloci e restano aperti anche il lunedì. Sono i coiffeur con gli occhi a mandorla, fenomeno che da qualche anno sta spopolando anche in città.
Sono partiti un po' in sordina, ma di questi tempi in cui anche il parrucchiere è diventato un lusso, i saloni gestiti da cinesi vengono davvero presi d'assalto. Ma non solo clienti stranieri: a sorpresa compaiono anche alcuni italiani. Principale motivo d'attrazione? Il prezzo. Davvero competitivo. Circa 6 euro per una piega, fino ad arrivare al massimo a 10 euro quando le si unisce anche una «spuntatina». Come in molti casi galeotto fu il passaparola. «La prima volta ci sono andata perché me l'hanno consigliato alcune amiche - racconta Alice, 25 anni -. Ora ci vado spesso e ne ho provati diversi sia in centro storico che in periferia, trovandomi sempre abbastanza bene. Certo, non puoi pretendere di trovare un posto molto chic, ma tutto il resto è a posto».

E a parte il prezzo, anche un certo rigore. Non è solo un preconcetto dunque. Basta mettere la testa dentro uno di questi saloni ed è tutto uno sforbiciare, phonare, arricciare. I parrucchieri «stakanovisti» cinesi non si fermano un solo momento e «seguono le tue direttive in modo molto puntuale» racconta ancora Alice.
Di certo c'è il rovescio della medaglia: pochi i consigli, soprattutto per chi non sa bene che pesci pigliare. Ed è proprio su questo, oltre che sulla qualità che i parrucchieri «made in Italy» sembrano continuare a non avere rivali.

«Non sentiamo la concorrenza di questi saloni - racconta Maria Cò dello storico negozio cittadino -. Alcune nostre clienti curiose li hanno provati e magari ogni tanto ci vanno, ma i feedback non sono molto positivi. Saranno anche bravi stilisticamente, ma se poi parliamo di qualità dei prodotti e di igiene il quadro cambia».
Così le affezionate della chioma sembrano essere disposte a sperimentare per qualche «piega», ma quando si entra nell'ambito del definitivo (taglio, colore) preferiscono ancora affidarsi alle mani di casa nostra. Lo conferma anche Maria del salone Jean Louis David di via Garibaldi, che ha ben tre parrucchieri cinesi nelle immediate vicinanze: «Le clienti del nostro negozio sono ormai abituate ad un certo stile, così, anche se provano altrove, poi ritornano».Fidelizzazione, pacchetti vantaggiosi e soprattutto qualità: ecco dunque, la ricetta che i coiffeur bresciani continuano a seguire.

Intanto Luca, nato nel lontano Oriente e ora in un negozio di c.so Mameli dice: «Abbiamo alcuni clienti italiani, ma poi per la maggior parte si tratta di stranieri, che vanno soprattutto dai 20 ai 30 anni».
Con buona pace dei coiffeur nostrani che non paiono per nulla preoccupati. Tutti per ora riescono a dividersi le giuste quote di mercato. al. ma.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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