Piccolo miracolo di Natale: in Ucraina i due piccoli malati di leucemia riabbracciano i papà

Olexander e Adrian sono tornati a casa per Natale. Ad accoglierli un Paese distrutto e le braccia dei loro papà. Dopo il via libera dei dottori, i due giovani pazienti passeranno le feste con le famiglie in Ucraina, dove hanno fatto ritorno grazie ai volontari della Croce Bianca. Nelle settimane successive Olexander e Adrian rientreranno a Brescia: all’Ospedale Civile sono fissati appuntamenti di controllo ed esami, per continuare la battaglia contro la malattia.
I due giovanissimi ucraini sono affetti da leucemia ed è grazie all’Abe che, allo scoppio della guerra, sono giunti in Italia insieme ad altri dieci pazienti per proseguire le cure in sicurezza. Olexander è stato accolto a Nuvolera con la mamma Natalia e la sorellina Adriana di quasi sei anni. Quando è arrivato nella nostra provincia, ad aprile, aveva un piede molto gonfio e quasi non camminava, ma grazie alle cure dei medici bresciani la sua salute è migliorata. Tanto che lo scorso giugno ha potuto sostenere l’esame di maturità a Milano anche grazie all’aiuto di Ludmilla, la volontaria del centro di Castenedolo che si è presa a cuore questa famiglia. Come tantissime altre.
È stata proprio Ludmilla a rivolgersi alla Croce Bianca per confezionare un piccolo miracolo di Natale: riportare a casa per le feste Olexander, Natalia e Adriana, insieme al piccolo Artur di 4 anni - anche lui in cura a Brescia - e alla sua mamma Nina. Il trasporto. Ad incaricarsi di questo trasporto speciale sono stati Marco Bertelli, Paolo Gaioni e Matteo Ortodossi, che si sono alternati alla guida ogni due ore. I tre volontari della Croce Bianca sono partiti dalla sede di San Polo martedì sera intorno alle 22.
«In origine - racconta Bertelli - avremmo dovuto lasciare le famiglie a Shehyni, dove li aspettavano i papà. Invece gli operatori dell’associazione ucraina hanno organizzato la tratta da Cracovia, dove abbiamo lasciato Olexander e Adrian e le loro mamme mercoledì pomeriggio. È stato un viaggio tranquillo. Purtroppo la differenza linguistica ci ha impedito di fare lunghe chiacchierate, ma ci siamo arrangiati a gesti. E la neve ci ha offerto il gioco perfetto per strappare un sorriso ai due piccolini».
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