Piazza Arnaldo, si staccano dei calcinacci al Casello del dazio

Transennata parte del porticato davanti al Caffè n. 2, che resta agibile. Il gestore chiede che si chiarisca chi deve intervenire
  • Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
    Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
  • Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
    Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
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  • Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
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  • Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
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  • Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
    Il porticato del Casello del dazio in piazzale Arnaldo
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Che il vecchio Casello del dazio di piazzale Arnaldo fosse ammalorato e necessitasse di manutenzione è noto anche a chi nei mesi scorsi ha partecipato alla gara pubblica per la sua vendita e se lo è aggiudicato per 710 mila euro, tanto che le reti di protezione sospese sotto la volta del porticato e poste dal Comune hanno fatto ieri la loro funzione di contenimento dei frammenti più grossi.

Tuttavia, ora, il gestore del Caffè n. 2 chiede che si chiarisca chi deve intervenire per la messa in sicurezza e permettere la fruibilità degli spazi sotto il porticato. «I Vigili del fuoco mi hanno lasciato l’agibilità del locale e di buona parte del portico. Solo davanti all’ingresso transenne e nastri impediscono il transito se non si rimuovono i frammenti e si disgaggiano le parti che rischiano ancora di cadere. Ma chi deve fare questo lavoro?» chiede il barista.

Già, perché dopo l’asta che con 13 rialzi ha portato dai 377mila euro di base d’asta alla cifra vincente di 710mila euro, dopo la firma dell’atto di cessione è la Soprintendenza che si è riservata due mesi di tempo per eccepire circa la compravendita. «Sino allo scadere dei 60 giorni il nuovo proprietario non ha fisicamente la disponibilità dell’edificio, quindi ad intervenire dovrebbe essere il Comune. Ed in effetti stamattina un tecnico comunale è venuto a fare un sopralluogo».

Sullo sfondo resta il disagio dell’esercente: «Dopo due anni di Covid e varie chiusure è adesso che godo della stagione in cui si lavora. Il bar ha un secondo ingresso che posso utilizzare, così come posso impiegare il resto del portico, ma che qualcuno decida a chi toccano i lavori e si faccia la messa in sicurezza. Il mio contratto scade a dicembre: sino ad allora devo poter lavorare».

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