Piano cave, Cominelli e Pollini: «Occasione persa, mancano le tutele ambientali»

Per le consigliere regionali del Pd e del M5S il documento è «eccessivo rispetto ai fabbisogni» della provincia di Brescia
Pd e M5S: "No al piano cave approvato"
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«Un’occasione persa. Un piano eccessivo rispetto ai fabbisogni, che non investe sul recupero e fa sì che Brescia sia solo la terra dei buchi nella narrazione nazionale. Mancano le tutele ambientali». Così le consigliere regionali bresciane del Partito Democratico Miriam Cominelli e del Movimento 5 Stelle Paola Pollini - che hanno sottoscritto ciascuna gli emendamenti dell’altra - ribadiscono il loro «no» al nuovo Piano cave della provincia di Brescia approvato ieri dal Consiglio regionale della Lombardia.

Il documento, dopo che il precedente era scaduto ormai nel 2015, consentirà di estrarre nei 33 Comuni coinvolti nei prossimi dieci anni 42 milioni di metri cubi di sabbia e di ghiaia, dai 70 milioni previsti nel 2005. Inoltre, il nuovo Piano Cave riduce gli ambiti estrattivi da 53 a 38 ed esclude le cave in falda e spinge sul recupero ambientale di quelle vecchie.

Cominelli ha spiegato in conferenza stampa oggi pomeriggio in città: «I nostri emendamenti raccoglievano le istanze di Comuni e associazioni» e le motivazioni della contrarietà Pd «vengono da lontano». Per quanto riguarda la provincia di Brescia, prosegue la consigliera regionale del Pd, è stato applicato un metodo di calcolo diverso da quello di province come Mantova e Milano: «Ciò ha implicato un aumento della volumetria. In più è stata usata la vecchia legge regionale del 1998 che viveva in un mondo in cui il territorio era fatto per essere sfruttato. Le volumetrie del vecchio Piano cave sono state utilizzate per la metà. Si poteva completare quello». Cominelli punta il dito anche sulle «discrepanze della maggioranza»: «In commissione siamo stati esortati a non presentare emendamenti in aula, poi ci siamo trovati anche quelli della maggioranza».

Dal canto suo Pollini, attraverso un comunicato stampa, ribadisce la «netta contrarietà» del Movimento Cinque Stelle: «Il Piano Cave stima il fabbisogno di materiali inerti vergini sui dati del 2008, l’anno dove si è costruito in assoluto di più nel decennio precedente - sottolinea -. Scavare 42 milioni di metri cubi significa estrarre oltre il doppio della media annua di quanto effettivamente scavato nei dieci anni precedenti». Pollini avrebbe preferito il voto palese (Cominelli ha chiesto il voto segreto, «un'occasione persa per provare a superare le distanze tra i diversi partiti», ha detto): «Se così fosse stato - argomenta la pentastellata - avremmo votato convintamente contro il piano. Ma essendo stato mascherato il voto abbiamo deciso di non partecipare, perché solo così abbiamo potuto esprimere la nostra posizione senza alcuna ambiguità».

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