Perdite di cromo esavalente, chiusa la Caffaro

La Provincia ha ritirato l'Autorizzazione integrata ambientale a causa del cromo che fuoriesce da alcune vasche
La Caffaro, in via Milano - Foto © www.giornaledibrescia.it
La Caffaro, in via Milano - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La Caffaro da oggi è chiusa e l'attività dell’azienda che ancora opera in via Milano è sospesa. La Provincia di Brescia ha infatti ritirato l'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, a causa del cromo esavalente che fuoriesce da alcune vasche, come rilevato dalle analisi condotte da Arpa. 

Caffaro Brescia è quindi obbligata a mantenere la barriera idraulica per salvaguardare la falda dalla fuoriuscita degli inquinanti e potrà riprendere l'attività industriale solo dopo aver sistemato le vasche e le perdite di cromo VI. Una barriera idraulica, peraltro, già giudicata insufficiente a contenere i veleni presenti nel sito. 

Per quanto riguarda il fronte ambientale, anche la Loggia è intervenuta oggi sul tema. L'assessore all'ambiente del Comune Miriam Cominelli ha infatti gettato acqua sul fuoco delle polemiche scoppiate in questi giorni, all'indomani della notizia secondo cui le analisi condotte da Aecom, la ditta incaricata di bonificare il sito aziendale della Caffaro, evidenzierebbero un rischio per la salute dei lavoratori e dei residenti per gli inquinanti presenti nella zona, come il mercurio, andato ad aggiungersi alla lista dei veleni già noti, con in testa il pcb. Secondo Arpa e secondo l'Ats di Brescia, sottolinea il Comune di Brescia, il rischio è inesistente.

Il lavoro di monitoraggio comunque continua in vista del progetto complessivo di bonifica del sito industriale. Per portarlo a termine servirebbero 70 milioni, ma al momento ne sono stati stanziati solo 35. E la burocrazia romana sta rallentando pesantemente l’iter. 

 

 

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