Perché via Trieste è finita sott'acqua due volte in 10 giorni

Allagamenti in bar, case e esercizi commerciali, che devono fare i conti con danneggiamenti anche agli impianti elettrici
VIA TRIESTE LA PIU' COLPITA
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Via Trieste allagata e trasformata in un fiume in piena non è una novità per nessuno. La zona orientale di Brescia, ai piedi del Castello, là dove inizia via Trieste, era conosciuta anche come Cantarana, un luogo cioè che, a causa del terreno basso, si trasformava spesso, per lo scolo delle acque, in palude. Succedeva a metà del ‘500 e, nonostante la bonifica avvenuta nel 1686, il problema si ripete ancora oggi quando l’acqua da smaltire diventa troppa.

Residenti e commercianti della zona conoscono il rischio, che cercano di contenere come possono, magari installando le vetrine del negozio a tenuta stagna, come ha fatto Davide Ledizzi, titolare di Alpi Sport. «Nel tempo ci siamo attrezzati - afferma - perché il problema c’è sempre stato. Questo è il punto più basso dove si concentra tutta l’acqua che arriva dal Castello e dalla parte alta di via Trieste. È anche vero, però, che quando hanno rinnovato piazzale Tebaldo Brusato, si sono dimenticati di realizzare gli scarichi».

Per la seconda volta in meno di due settimane in occasione del violento maltempo, i proprietari degli esercizi commerciali della parte sud di via Trieste, l’ultimo tratto prima di piazzale Arnaldo, hanno dovuto fare i conti con l’acqua alta che ha allagato bar, ristoranti e negozi, divelto battiscopa, rovinato impianti elettrici ed elettrodomestici. «Abbiamo avuto parecchi danni - racconta Niccolò Pasina, titolare della Bell’Epoque - soprattutto agli impianti elettrici. Nel locale c’erano più di trenta centimetri di acqua. Un bel disastro». «È un problema grosso in città che va risolto - aggiunge Mauro Fabrizzi di Arnold’s - perché non è possibile ritrovarsi con i locali allagati ogni due settimane e pieni di fango, la sabbia che arriva da piazzale Tebaldo Brusato».

«Ogni volta che piove un po’ di più - rivela Mauro Ariazzi, il barbiere della via - ci ritroviamo in questa situazione. Devono trovare una soluzione costruendo delle bocche che raccolgano l’acqua che scende dal piazzale». Per i commercianti, insomma, al problema strutturale e storico della zona, se ne è aggiunto un altro, causato dalla quantità di sabbia che dal giardino del piazzale viene trascinata verso via Trieste, dove l’unica grata di scolo si tappa, impedendo all’acqua di defluire. «La piazza è in discesa verso la strada - insiste Ledizzi - dove c’è un solo scarico che è del tutto insufficiente per fermarla».

«È già la seconda volta in dieci giorni – gli fa eco Ariazzi - e con questa frequenza per noi sono problemi seri. Una soluzione bisogna trovarla». Al Comune va quindi l’appello di esercenti e residenti perché trovi una soluzione, sperando di non dover assistere ancora alle scene di ieri mattina, con il secchio dell’immondizia trasportato dalla piena.

 

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