Perché ci sono lunghe code al distributore di metano in via Malta

I prezzi più convenienti e il guasto ad un erogatore sono le ragioni dell’affollamento alla stazione di rifornimento di A2a
Lunghe code al distributore di via Malta, preso d’assalto
Lunghe code al distributore di via Malta, preso d’assalto
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Centocinquanta metri di coda. Decine di auto ad occupare tutta via Malta. Mezz’ora di attesa per fare un pieno. È questo lo scenario che da giorni si vive alla stazione di rifornimento «Il metano» di A2A. Si scorge a fatica il pannello che indica il costo del carburante: il prezzo è 1,25 euro. Tutto farebbe pensare a un assalto al distributore più conveniente e in parte è così: la stazione di servizio di Lamarmora è infatti una di quelle che mantiene tra i prezzi più bassi in città e hinterland e con l’aumento vertiginoso dei prezzi dei carburanti i bresciani si sono precipitati per risparmiare qualche decina di euro. Il costo ridotto del carburante erogato spiega solo in parte la corsa al distributore di via Malta.

«Nelle ultime settimane abbiamo registrato un aumento dell’utenza, ma da lunedì ogni giorno la coda arriva fino alla rotonda di via della Ziziola perché abbiamo una delle due postazioni guaste. Sarà così almeno per tutta la settimana». Al netto dei guasti alla pompa la guerra in Ucraina ha assestato un colpo ferale alle speranze di chi utilizza il metano come carburante e che contava sulle previsioni di una riduzione del prezzo per la tarda primavera.

I prezzi

Al 15 marzo le rilevazioni di Federmetano indicavano un prezzo medio alla pompa compreso tra 1,99 e 2,25 euro al kg (ricordiamo che un kg di metano corrisponde a circa 1,7 litri): un aumento percentualmente mostruoso, se si pensa che pochi mesi fa il prezzo alla pompa era mediamente di 0,90 euro. In questi giorni abbiamo registrato quotazioni apparentemente fuori da ogni ragionevolezza, vicine ai 4 euro: non ci si spiega, però, come sia possibile che alcuni impianti vendano il metano a 1,25 euro/kg (come A2A) o come il distributore in via Serenissima a 1,49.

La situazione a livello nazionale è preoccupante: al 16 marzo risultavano chiusi 220 dei circa 1.700 impianti che erogano Cng. Federmetano, Assogasmetano e Assopetroli-Assoenergia hanno presentato al Governo la richiesta di abbassare l’Iva dal 22 al 5% almeno in questa fase di crisi. Decisioni governative sono attese a breve, ma sarà difficile per molti mesi ancora tornare alle quotazioni di sei mesi fa. Resta però la sensazione sgradevole che politiche speculative siano abbastanza diffuse ed è un peccato, sia perché la nostra economia aveva da poco cominciato a rialzare la testa, sia perché il metano rimane comunque di gran lunga il combustibile meno inquinante.

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