EFFETTO PANDEMIA
Per il Covid il settore cultura di Brescia ha perso 120 milioni

La protesta degli artisti per la chiusure - Foto © www.giornaledibrescia.it
È stata una batosta. Era un fatto risaputo, ma adesso viene certificato dai numeri, che confermano un dato: il sistema produttivo culturale e creativo è stato il più penalizzato dal Covid. L’anno scorso quello Bresciano ha prodotto 120,7 milioni di ricchezza in meno rispetto al 2019 (-7,2%), perdendo più di mille posti di lavoro (-3,6%).
Due macro elementi che racchiudono quanto abbiamo visto e vissuto nell’anno horribilis del virus: i musei, i cinema e i teatri chiusi, i concerti sospesi, le arti visive e performative ferme, le attività legate al patrimonio storico-artistico bloccate. Il lockdown e il sistema dei colori sono stati devastanti. Tanto più in regioni e in province, come la Lombardia e Brescia, con un peso specifico importante in questo comparto.
La ricerca
La crisi è stata misurata dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere nell’XI Rapporto «Io sono cultura». Il valore aggiunto (la ricchezza prodotta), il numero degli occupati e delle imprese sono gli elementi presi in considerazione. Innanzitutto delimitiamo il perimetro della ricerca. Il sistema produttivo culturale e creativo si compone di due settori. Il cuore comprende architettura e design, comunicazione, audiovisivo e musica, videogiochi e software, editoria e stampa, arti performative e visive, patrimonio storico e artistico. Poi c’è il creative driven formato da imprese, competenze e professionisti culturali e creativi al servizio della manifattura: potremmo dire la firma del made in Italy.
L'impatto economico
Nel 2020 l’industria bresciana della cultura, della creatività e della bellezza valeva 1,54 miliardi, 120 milioni in meno dell’anno precedente. In particolare, la flessione è stata di 55,6 milioni per il core driven, di 65,1 milioni per il creative driven. Il comparto mantiene comunque invariato il suo peso specifico sul totale dell’economia bresciana, il 4,3%. A livello nazionale, come valore aggiunto totale, siamo al 47° posto: brilliamo di più nel creative driven (stretto il legame con l’industria), dove ci piazziamo al 30°.
Meno lavoratori
Quanto all’occupazione, i dati del Rapporto segnalano oltre mille occupati in meno: da 28.594 a 27.564 (49° posto a livello nazionale in rapporto al totale degli addetti nella nostra provincia). Comunque una fetta consistente di lavoratori (quasi il 5% del totale). La ricerca dell’anno venturo ci dirà se la contrazione è temporanea oppure definitiva.
Come sta andando il 2021
In questo 2021 le attività, sia pure lentamente, sono riprese e quindi è prevedibile (oltre che auspicabile) un recupero. Molto dipenderà anche dall’evoluzione del Coronavirus. Sarà interessante osservare l’andamento di tutto il comparto (ricchezza, occupati, imprese) in vista del 2023 (e anche dopo ovviamente), l’anno di Brescia-Bergamo Capitale italiana della Cultura. Un dato curioso riguarda invece il numero delle imprese, aumentato, sia pure di poco (5.208 contro 5.181, siamo al 34° posto nazionale). Le imprese non sono morte, ma si sono messe in «pausa», in (fiduciosa) attesa di tempi migliori. Bisogna aggiungere che alcuni comparti, nonostante il Covid, hanno tenuto, in particolare videogiochi e software. La ricchezza prodotta, in questi casi, è addirittura aumentata. Frutto di quei lunghi mesi trascorsi in casa per sfuggire al contagio
- Leggi qui il GdB in edicola oggi
- Iscriviti alle newsletter del GdB. Per ogni tuo interesse, puoi avere una newsletter gratuita da leggere comodamente nella mail.
riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it