Pensione di invalidità, a rischio 6mila bresciani

Il «taglio» dell'assegno Inps per le nuove logiche di conteggio del reddito potrebbe ricadere sul 70% dei beneficiari
AA

Sono 8.500 gli invalidi civili totali con sola pensione che vivono nel Bresciano. E quelli con con pensione e indennità di accompagnamento sono 29.457. La maggior parte di loro - il dato numerico non è ancora certo, ma potrebbe attestarsi sul 70-80% del totale - vive con il coniuge. Persone che, dal prossimo mese, potrebbero vedersi azzerato l'assegno di invalidità percepito dall'Inps.

Infatti, in base alla circolare del 28 dicembre scorso, con la quale l'Istituto nazionale di previdenza comunica le novità per l'anno successivo - ovvero per il 2013 - riguardo alle pensioni, emerge che la pensione di invalidità civile totale viene erogata in base ad un limite di reddito non più personale, ma «coniugale». Ma, particolare di estrema rilòevanza, il limite di reddito è sostanzialmente unico, sia che l'invalido sia solo sia che abbia un coniuge. Ovvero, come si legge nella tabella M dell'allegato alla circolare dell'Inps, fino al 31 dicembre 2012 per gli «invalidi civili totali con sola pensione» o «gli invalidi civili totali con pensione e indennità di accompagnamento» la pensione di invalidità veniva erogata tenendo conto del reddito annuo personale (ovviamnete al loro delle ritenute di legge). Dal primo gennaio 2013, invece, l'assegno si calcola tenendo conto del limite di redditio annuo coniugale.

Ma è la cifra che desta forti perlessità: il reddito personale è fissato in 15.627,22 euro; quello coniugale in 16.127,30 euro. È evidente che, con questi parametri, la maggior parte - se non la totalità delle persone invalide che hanno una moglie o un marito che percepiscono a loro volta una pensione o che hanno redditi da lavoro, non potranno più contare sull'importo mensile che, per il 2013, è rivalutato in 275,87 euro a fronte dei 267,83 dell'anno scorso. Sempre allegata alla circolare dell'Inps, la numero 149 del 28 dicembre scorso, c'è anche la tabella L riferita agli assegni sociali. Ebbene, in questo caso, il reddito coniugale di riferimento è più alto (nei limiti di grandezza di una pensione sociale, comunque molto bassa) rispetto a quello personale: il coniugale per il 2013 è di 13.964,21 euro, mentre il personale è di 8.214,31 euro.

La speranza è che si sia trattato di un madornale errore. In alternativa, migliaia di persone si troveranno senza pensione di invalidità, con le gravi ripercussioni che questo comporta sulla qualità della vita di chi è già sofferente e che fa affidamento sull'assegno per riuscire a far fronte anche alle spese di assistenza legate alla sua condizione di disabilità. Come spiegato, ad oggi non è possibile conoscere il numero esatto delle persone che avranno questa amarissima sorpresa; proprio in questi giorni, infatti, l'Inps sta estraendo la rata di febbraio da inviare agli uffici pagatori per il pagamento della pensione.

A questo punto, si saprà come si comporta la sede bresciana. In ogni caso, la considerazione amara - rimarcata anche dai sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil in una nota publicata sull'edizione di ieri - «si tratta di un atto di violenza nei confronti di persone duramnente provate dalle malattie che avrebbero bisogno di un aiuto concreto per vivere con dignità e non trovarsi, dall'oggi al domani a dover rinunciare alla pensione di inabilità e costrette ad arrivare a fine mese con affanno».

Anna Della Moretta

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato