Pd regionale, Del Bono verso la presidenza: «Al lavoro per Laboratorio Lombardia 2028»

Accordo tra le varie anime del partito, Silvia Roggiani sarà segretaria. Obiettivo: essere pronti per le elezioni fra 5 anni
Emilio Del Bono
Emilio Del Bono
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L’accordo fra le varie anime del partito è stato raggiunto, con la convergenza su Silvia Roggiani quale candidata alla segreteria da presentare al Congresso regionale del Pd. Così l’appuntamento del 1° ottobre è stato disinnescato di una questione rilevante, potenzialmente divisiva, ed i democratici potranno concentrarsi sul percorso che li attende da lì al 2028, quando tornerà contendibile il governo della Regione. Ed in questo percorso un ruolo di primo piano lo giocherà Emilio Del Bono, l’ex sindaco di Brescia ed attuale vicepresidente del Consiglio regionale: nell’accordo di cui sopra si prevede che lui sarà indicato come presidente dell’assemblea del partito e che «sarà protagonista insieme a me» (parola della segretaria in pectore) della preparazione delle elezioni lombarde del 2028. Per le quali, dichiara la deputata 39enne che da cinque anni guida il Pd milanese, la vittoria del centrosinistra «è un sogno collettivo, con le persone e per le persone» in un periodo in cui «questo governo sta ampliando le disuguaglianze e toglie fondi, anche alla Lombardia, senza che la destra che la guida faccia sentire la sua voce».

Il percorso

Palazzo Pirelli
Palazzo Pirelli

L’accordo soddisfa il politico bresciano, che pure qualche «pressione» per proporsi alla segreteria l’aveva ricevuta da colleghi di partito. Del Bono sottolinea «l’atto di fiducia nei miei confronti da parte delle varie anime del partito» e l’architettura di un’intesa trasversale che prevede una «presenza paritaria» nella segreteria regionale (due vice, uno di area Schlein e l’altro di area Bonaccini) come pure nella direzione. Ma soprattutto, nel solco di un profilo più «governativo», guarda con grande interesse al cammino che si aprirà a breve: «Daremo vita - spiega - a Laboratorio Lombardia 2028. Vedremo quale veste giuridica dargli, se quella di un’associazione piuttosto che di una fondazione, con un comitato scientifico o una diversa struttura operativa. Ciò che conta è che sappia essere lo strumento per costruire un documento strategico di programma e per aprire relazioni con i vari soggetti del territorio, per arrivare tra quattro anni senza dover improvvisare contenuti, squadra e leadership».

Il metodo

 Si avvia un cammino comune, nel corso del quale «il grosso del lavoro - sottolinea Del Bono - sarà quello di costruire rapporti profondi con quelle che io chiamo le "varie Lombardie", cioè tutti i territori della Regione, dalla Bassa alla fascia pedemontana, alle valli, ognuno con caratteristiche particolari». Specialmente le aree extraurbane, nelle quali il Pd raccoglie meno consensi. A proposito di rapporto con i territori, nel documento politico che accompagnerà la candidatura di Silvia Roggiani alla segreteria saranno compresi anche aspetti metodologici non di poco conto, come la scelta dei candidati parlamentari da farsi attraverso un sistema di selezione sul modello delle primarie.

Proposta pragmatica

 «Una peculiarità su cui insisto molto per il Pd lombardo - aggiunge Del Bono - è quella di una proposta più caratterizzata dal punto di vista territoriale, meno ideologica e più pragmatica». Un approccio ed un’impostazione che si declinano anche sul tema dell’autonomia differenziata, verso la quale non viene espresso un «no» pregiudiziale, ferma restando la contrarietà agli aspetti più divisivi: «Sulle materie, le competenze e le funzioni, nonché sui rapporti tra Regione, Comuni e Province noi siamo aperti al confronto e non ci sottrarremo all’interlocuzione con la maggioranza». Nel frattempo, in attesa che entro la fine dell’anno il Laboratorio Lombardia 2028 prenda forma e cominci a riempirsi di contenuti, il Partito democratico continuerà a svolgere la sua funzione di opposizione anche in Regione: «Dovremo essere estremamente efficaci - sottolinea Del Bono - nell’incalzare il governo sulle cose concrete e sul suo disegno strategico, concentrandoci in particolare nella critica all’uso delle risorse che la Giunta Fontana fa e all’assenza di pianificazione. Soprattutto in due grandi ambiti come quello del trasporto pubblico e della sanità».

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