Paroli: "Incompatibilità? Scelgo la Loggia"

Adriano Paroli resta il sindaco di Brescia e lascia l’incarico di parlamentare. Brescia perde un onorevole. Gli subentra il primo dei non eletti della sua lista: Luigi Fabbri, di Pavia.
La scelta di Paroli avrebbe dovuto scattare al momento del rinnovo del Parlamento. La Corte Costituzionale ha affrettato i tempi: decidendo sul caso Stancanelli, senatore del Pdl e sindaco di Catania, ha reso incompatibile la carica di parlamentare e sindaco.
«Il mio essere parlamentare - ha commentato Paroli - è a sostegno del gravoso impegno di sindaco di Brescia. E credo che abbia giovato alla città. Se ora il Parlamento chiede di scegliere tra l’una o l’altra responsabilità non ho dubbi: coerentemente con l’impostazione che pratico, continuo a fare il sindaco».
Severo il commento del capogruppo in Loggia del Pd: «Ci è voluta la Consulta per costringere Paroli a non continuare ad essere a mezzo servizio per la città.
Si è fermata questa vera e propria schifezza: i doppi incarichi oltre che immorali sono anche nocivi per l’attività politica».
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