«Palestina libera e indipendente»: 200 persone in largo Formentone

La protesta per «Gaza prigione a cielo aperto»: dalla piazza bresciana accuse a Israele e alla comunità internazionale
Bandiere per la Palestina in largo Formentone - Foto © www.giornaledibrescia.it
Bandiere per la Palestina in largo Formentone - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Duecento persone sotto la pioggia. Duecento voci per dare supporto alla Palestina ed esprimere il proprio sdegno dopo il bombardamento all'ospedale Al-Ahli Arabi Baptist di Gaza. La manifestazione indetta dal circolo di Brescia dall’Associazione di amicizia Italia-Palestina ha radunato ieri in largo Formentone tanti palestinesi residenti tra città e provincia, ma anche arabi di altre nazionalità e molti bresciani che hanno voluto dare il loro supporto a una comunità duramente colpita negli ultimi giorni di conflitto.

«Siamo qui perché sono morte 500 persone in un attacco contro un ospedale - inizia così il proprio discorso Alfredo Barcella dell’Associazione di amicizia Italia-Palestina -. Bisogna precisare che la responsabilità di tutto quello che sta accadendo è, oltre alla mano assassina dei sionisti di Israele, della comunità internazionale: le democrazie europee devono muoversi subito per riportare la democrazia dove è stata tolta. Il progetto sionista è sempre lo stesso: prendere tutta la Palestina. Lo si capisce dalle parole del ministro della Difesa israeliano, che ha definito i palestinesi "animali con sembianze umane". Per questo è importante ricordarci che l’ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace».

Dalla folla si alza il grido «Palestina libera, Palestina libera» e a prendere la parola è poi una ragazza, che commossa ricorda l’importanza dei diritti: «Gaza è la più grande prigione a cielo aperto del mondo: i palestinesi non hanno più nemmeno un diritto fondamentale. Dobbiamo far arrivare la nostra voce a chi in questo momento sta soffrendo e anche alle istituzioni che hanno l’obbligo di intervenire per risolvere questa situazione».

E poi la volontà di fare fronte ai «nuovi nazisti del nostro tempo», come sono definiti da Titi Amin, anche lui dell’Associazione Italia-Palestina. «Il nostro popolo ha deciso di resistere e il nostro popolo resisterà: lo dirà la storia - conferma El Ikhateb Mohammed, membro dell’Associazione -. Quello israeliano è un sistema di apartheid e quello che sta accadendo è un crimine contro l’umanità e non può restare continuamente impunito. Le coscienze della nostra città sono scosse da quello che è successo a Gaza e vorrei quindi che adesso se ne parlasse. Viva la Palestina libera e indipendente». 

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