Pagine Spotted, biglietti virtuali per conoscersi

È approdata con l'inizio dell'anno in quel della Capitale, direttamente dalla vicina Inghilterra; ha germinato di iPhone in iPhone tra gli studenti dell'Università La Sapienza di Roma, per poi esplodere lungo tutto lo Stivale.
Un virus? La velocità con la quale attecchisce, farebbe dire di sì. Parliamo delle pagine Spotted, le pagine social che hanno sostituito la pausa caffè, i bigliettini, le dichiarazioni che nelle scuole campeggiavano sui muri o sui banchi, prima dell'era di Facebook. Spotted, «avvistato»: bacheche sulle quali ogni pensiero è consentito, dalla poesia allo sfottò, dal colpo di fulmine agli apprezzamenti pesanti. Merito dell'anonimato, che gli amministratori delle pagine garantiscono. «Mi piaci, ma non ti conosco»; «Non cerco di avvicinarti al termine della lezione, ma "spotto"»; «Ti dedico una poesia, o ti descrivo e spero che qualcuno ti riconosca e mi dica chi sei, o che mi risponda tu». La formula funziona, ovviamente, anche per messaggi scherzosi o lamentele.
La fortunata moda è frutto della mente di Rich Martell, studente della Ucl (University College London): il suo sito FitFinder nasce nel 2010, arrivando a coinvolgere 52 atenei britannici, per un totale di 250mila utenti nel giro di 2 mesi.
In Italia la nuova frontiera delle relazioni interpersonali piace subito e tanto: la prima pagina italiana raggiunge i 12mila utenti nel giro di 2 mesi, mentre altre bacheche spuntano come funghi, in centinaia di istituti.
La spotted-mania dilaga, da poco più di un mese, anche a Brescia: verso la fine di febbraio nascono le bacheche degli atenei bresciani, la loro notorietà cresce a colpi di likes: oltre 6.000 per l'Unibs, più di 1.400 per Unicatt Brescia, oltre 400 per la Laba. Ma quella che pareva una novità degli atenei, incuriosisce anche quanti all'università non sono ancora: tempo poche settimane, ed anche ogni istituto d'istruzione superiore può vantare almeno una pagina Spotted dedicata; oltre alla bacheca generale delle Scuole Superiori di Brescia, nata il 21 febbraio scorso, ma che totalizza già più di 6mila utenti.
I giovani bresciani paiono entusiasti della novità: tanto che non sembrano essere toccati dalle polemiche che imperversano in relazione al fenomeno Spotted. La tutela della privacy aveva motivato nel 2010 la chiusura di FitFinder a pochi mesi dalla nascita; mentre in Italia sono sorti dissidi con le amministrazioni scolastiche, che hanno talvolta diffidato gli studenti dall'uso del logo della facoltà, o minacciato loro sanzioni -è questo il caso dell'istituto Battisti di Salò.
Gli Spotters bresciani non sono sinora incorsi in simili problemi: certo a qualcuno il vedersi tratteggiato in un post può creare fastidio; ma tra gli admin nostrani la prassi è quella di censurare nomi e messaggi eccessivamente offensivi; e d'altra parte, riconoscono, i messaggi da cestinare sono pochi. Segno che la gioventù autoctona ha saputo entrare nel meccanismo: spottare sì, ma con criterio.
Jennifer Riboli
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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