Padre, madre e bimbo salvati dal rogo dai vicini vigili del fuoco

Castenedolo, famiglia in fuga dalla casa invasa dal fumo: a metterli in salvo un caposquadra e il figlio aspirante pompiere
  • Castendolo, rogo e famiglia soccorsa dai vicini vigili del fuoco - © www.giornaledibrescia.it
    Castenedolo, rogo e famiglia soccorsa dai vicini vigili del fuoco
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    Castenedolo, rogo e famiglia soccorsa dai vicini vigili del fuoco
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Chissà quanti incendi ha visto il caposquadra dei Vigili del Fuoco Sebastiano Romano, 59 anni, originario di Siracusa, in 30 anni al Comando di Brescia. Eppure di trovarsi le fiamme sotto casa, a Castendolo, in via Berlinguer, in un periodo di ferie a pochi mesi dalla pensione, non se lo sarebbe mai aspettato. Di certo quando domenica sera verso le 23 ha dovuto fronteggiare il rogo che ha devastato auto, garage e casa dei vicini, la lucidità e la preparazione di chi è del mestiere si sono rivelate preziose. Almeno quanto lo slancio del figlio Simone, 21 anni, nipote, figlio e fratello di pompieri, e inevitabilmente aspirante vigile del fuoco a sua volta («già in lista fra i discontinui del distaccamento volontario di Paitone» precisa l’orgoglio paterno). Senza di loro, un’intera famiglia, padre, madre e bimbo di 4 anni, avrebbe avuto diversa sorte.

A raccontare l’accaduto Romano quasi ancora non ci crede. «Mi ero assopito sul divano, quando la nostra cagnolina, Chanel, si è messa ad abbaiare. Abbiamo temuto ci fossero i ladri. Poi ho udito due esplosioni dal garage, quelle di pneumatici scoppiati. E mio figlio Simone, uscito a dare un’occhiata, ha scorto del fumo e sul balconcino del piano superiore i nostri vicini che tentavano di sfuggirgli». D’istinto il caposquadra ha rimediato una scala pieghevole e l’ha accostata alla casa per far scendere i tre malcapitati vicini. «Simone è salito e per primo ha afferrato il bimbo che gli si è avvinghiato al collo, terrorizzato» ripercorre quegli istanti Romano. Poi i due hanno aiutato a scendere la mamma e il papà del piccolo. «Erano già neri per il fumo che li aveva avvolti e per il calore che si era sviluppato nella casa», sufficiente a colare ogni suppellettile. Per i tre ci sarà poi il ricovero in ospedale, dove l’uomo che ha inalato molto fumo nel tentativo di salvare i suoi cari, si trova tuttora.

«I miei colleghi, allertati, sono arrivati molto in fretta. Io ho fornito loro dettagli utili sulla situazione: a bruciare era l’auto dei vicini in garage, e il fumo salendo dalle scale aveva invaso il loro appartamento: con le termocamere abbiamo poi scoperto che in casa la temperatura era già oltre i 70°C» prosegue Romano. Che nel frattempo non è stato con le mani in mano: «Ho fatto quel che potevo: mentre mio figlio dalla bocca di lupo bagnava con la canna del giardino l’auto che bruciava nel garage, io ho fatto evacuare le altre tre abitazioni del complesso e fatto spostare tutti i veicoli».

Ha persino rassicurato i colleghi quando, a fiamme domate, gli hanno comunicato che pure il negozio da parrucchiera della moglie era da considerare inagibile essendo proprio sopra il garage andato a fuoco. «Ci penserà l’assicurazione» commenta Romano, sapendo che poteva andare ben peggio se il caso non lo avesse messo in condizione di agire in fretta. E, col pensiero che va alla sorte dei vicini, non manca di ricordare le parole del figlio: «Papà, dopo quel che ho vissuto stasera, il desiderio di diventare vigile del fuoco è ancora più forte».

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